Abu Dhabi, gara di auto elettriche fra studenti di ingegneria per promuovere le energie alternative

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Abu Dhabi
Abu Dhabi - photo credit: Kerem Tapani via photopin cc
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Abu Dhabi – photo credit: Kerem Tapani via photopin cc

Qualcosa cambia anche nel regno indiscusso del petrolio, gli Emirati Arabi Uniti. La gara di Abu Dhabi fra studenti universitari di ingegneria, impegnati a correre sulle monoposto elettriche ed ibride da loro stessi costruite, è un segnale: si tratta della prima corsa automobilistica “eco” mai organizzata nella regione del Golfo e risponde ad un’esigenza precisa.

Far conoscere l’alternativa, è questa l’esigenza per la quale Abu Dhabi ha capito che è necessario mettere in campo ed attrarre idee e capitali umani. Una cosa che infatti non è ancora particolarmente nota al grande pubblico è che l’emirato ha iniziato a diversificare il proprio mix energetico, rivolgendosi anche alle rinnovabili.

È significativo che dall’anno scorso sia operativa una centrale fotovoltaica da 100 MW, per esempio, ed alcune avvisaglie di un cambiamento le avevamo già riportate quest’estate, con l’idea che proprio gli Emirati possano valutare il guadagno possibile di una loro conversione come esportatori di energia pulita, data l’alta disponibilità di fonti rinnovabili.

Così le prime auto ibride ed elettriche si sono incontrate sull’asfalto di una pista, coinvolgendo le giovani promesse dell’ingegneria di 11 team universitari provenienti da tutta la regione araba.

Due diverse prove hanno riguardato da una parte le monoposto solo elettriche, impegnate in una gara di durata di un’ora nella quale occorreva far registrare il record di chilometri percorsi, e dall’altra quelle invece con doppio motore termico ed elettrico, sfidatesi in un tradizionale scontro in pista di 3 ore.

La cosa interessante è che, mentre in Europa esperienze simili si ripetono da anni, per Abu Dhabi si tratta di una novità assoluta, organizzata con il duplice scopo di dare agli studenti la possibilità di “sporcarsi le mani” applicando gli insegnamenti e di fare conoscere al pubblico che qualcosa oltre la benzina esiste.

Sponsor della corsa è stata, ovviamente, una compagnia di Abu Dhabi impegnata nel settore delle energie rinnovabili, la Taqa: l’idea di fondo, riferisce il responsabile dell’azienda, Saif Al Sayari, era quella di indirizzare le giovani generazioni verso il cambiamento, stimolando in loro il senso dell’innovazione e la creatività.

Abu Dhabi ha d’altra parte collaborazioni strette con nomi del calibro di General Electric e Globalfoundries nel campo dei semiconduttori e dell’elettricità, lasciando presupporre che forse, anche negli assolati deserti arabi, il business del petrolio un giorno potrebbe cedere il posto a quello delle energie rinnovabili.

 

Andrea Lombardo

Fonte: The Wall Street Journal