Anche i pali di illuminazione pubblica diventano punti di ricarica per veicoli elettrici

di Gianni Lombardo
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20140903_135238Tra i numerosi progetti in atto per dotare le nostre città di strutture di ricarica idonee a facilitare la diffusione della mobilità elettrica, si distingue a Mantova il progetto “è rete luce” con due sperimentazioni relative all’utilizzo dei sistemi di accumulo di energia rinnovabile e all’impiego degli impianti di illuminazione urbana anche come rete di comunicazione dati per fornire una molteplicità di servizi tra cui la ricarica di veicoli elettrici.

Una delle sfide maggiormente sentite da chi è chiamato a pianificare le modalità di generazione e distribuzione dell’energia è quella di poter rendere disponibile energia prodotta da fonti rinnovabili in località e in momenti differenti da quelli di generazione, superando anche il vincolo della sua intermittenza e garantendo affidabilità della fornitura.

Grande attenzione in tal senso sta dedicando la comunità europea promuovendo molteplici iniziative e la nascita di consorzi transnazionali con l’obiettivo di scambiarsi esperienze e collaborazioni per addivenire a soluzioni condivise e alla creazione di modelli unitari adottabili in paesi con caratteristiche sociali, geografiche e climatologiche simili.

Ne è esempio il progetto AlpStore che già da alcuni anni si focalizza sullo studio delle opportunità offerte dalla realizzazione di efficaci sistemi di accumulo di energia nelle regioni del cosiddetto Spazio Alpino, particolarmente ricche di FER quali sole, acqua e biomasse.

 


IMGP6375Stazione di ricarica “è Rete luce”

Proprio nell’ambito del progetto AlpStore, finanziato dal programma europeo Alpine Space, è nato il primo progetto di mobilità della città di Mantova, frutto della sinergia tra il comune stesso, il Gruppo TEA, la società multiutility locale, Gamma Energia, azienda esperta nel settore degli impianti per energie rinnovabili, e Agire, Agenzia per la Gestione Intelligente delle Risorse Energetiche.

È stata così realizzata e resa operativa, sin dalla fine dell’estate scorsa, come spiega l’ing. Nicola Galli, responsabile di Agire del progetto, una stazione di ricarica pubblica per veicoli elettrici, dotata di due prese Mennekes (tipo 2) in grado di erogare ciascuna fino a 22 kW e collocata nel centralissimo Corso della Libertà, in modo da garantire tra l’altro grande visibilità alla postazione stessa con conseguente ritorno mediatico.

«La colonnina – spiega l’ing. Galli – è accessibile tramite apposita card rilasciata gratuitamente da Tea che fornisce l’energia durante questa fase di sperimentazione. In linea con gli obiettivi del progetto AlpStore che, in generale, analizza l’importanza dei sistemi di accumulo di energia, in particolare per agevolare l’integrazione dell’energia rinnovabile con la rete elettrica e i suoi utenti, migliorando gli attuali standard di sicurezza e affidabilità di fornitura, a Mantova si sono monitorate le produzioni di alcuni impianti fotovoltaici installati su coperture fuori città e la stazione di ricarica come utenza. Quest’ultima è stata appositamente dotata di batteria al piombo gel, il cui utilizzo è monitorato, per simulare un accumulo di energia rinnovabile prodotta a media distanza e fornita all’occorrenza al veicolo elettrico. Lo scopo è quello di arrivare a un dimensionamento del sistema fotovoltaico/batteria/stazione di ricarica e misurare sul campo la resa della batteria e le temperature da essa raggiunte: questo per poter in futuro garantire la fornitura ai veicoli di energia prodotta non da fonte fossile bensì rinnovabile solare, rendendo la mobilità elettrica totalmente sostenibile e risolvendo il problema della realizzazione di impianti solari all’interno delle città, anche d’arte come Mantova, oltre a quello della discontinuità della fonte solare. 

La partnership locale del progetto ha visto coinvolti, oltre ai soggetti precedentemente indicati, anche BMW Italia che ha reso disponibile per il tempo del progetto stesso una vettura totalmente elettrica BMW i3.»

La sperimentazione pilota assume particolare importanza ove si consideri che Mantova pur essendo la seconda provincia italiana per potenza installata ed energia prodotta da impianti termoelettrici, produce da FER solo una minima parte del totale prodotto e le uniche fonti di energia rinnovabili disponibili in modo significativo sono rappresentate da sole e biomasse. I risultati del monitoraggio del funzionamento della stazione di ricarica realizzata sono pertanto rilevanti per dimostrare la possibilità di alimentare i veicoli elettrici con energia “pulita” generata da impianti siti non in loco, opportunamente immagazzinata in batterie per essere utilizzata in modo separato anche temporalmente dalla fase di produzione.

 

Pali della luce “intelligenti”

Il secondo progetto si pone all’interno dell’impegno assunto dal Gruppo Tea, attraverso la sua partecipata Tea Rete Luce, di gestire l’illuminazione pubblica in 28 comuni della provincia di Mantova, mediante un ampio programma di rinnovamento degli impianti, con l’obiettivo di conseguire risparmi sia dei consumi energetici che economici.

In quest’ambito il piano di riqualificazione previsto porterà a trasformare ogni punto luce in una vera e propria rete d’informazioni al servizio del cittadino ed enti locali, diventando punto di trasmissione o di erogazione di servizi.

L’obiettivo è infatti quello di utilizzare la rete di illuminazione anche come rete di comunicazione dati per fornire una molteplicità di nuovi servizi “smart” quali, per esempio, il supporto alle forze dell’ordine migliorando la sicurezza pubblica, la videosorveglianza, il telesoccorso, la connettività per l’accesso a Internet favorendo la diffusione del wi-fi nelle aree pubbliche, le informazioni per la cittadinanza e i turisti in genere e anche la gestione della mobilità dai parcheggi alla segnaletica dinamica della viabilità, dall’utilizzo della flotta dei mezzi pubblici all’ampliamento dei punti di ricarica per veicoli elettrici.

Saranno infatti installati in ogni comune nuove stazioni di ricarica collegate ai pali della luce in modo da costituire una rete di infrastrutture capace di garantire un approvvigionamento energetico maggiormente diffuso sul territorio provinciale, così da limitare il problema legato all’autonomia dei veicoli e alla conseguente paura espressa da molti utenti potenziali di rimanere senza “carburante”. Ciò in virtù del fatto che le massime distanze tra i comuni che hanno aderito al progetto di gestione centralizzata dell’illuminazione pubblica è di circa 100 chilometri e pertanto facilmente coperta dal range di autonomia di un generico veicolo elettrico.

La nuova rete inoltre potrà integrare fonti energetiche rinnovabili per assicurare una mobilità elettrica realmente “pulita”.

Il sistema di comunicazione che sarà realizzato renderà infine più semplice la trasmissione delle informazioni sulla disponibilità e reperibilità delle stazioni in modo da agevolarne l’utilizzo da parte degli utenti.

Attualmente sono in corso di definizione le scelte tecnologiche specifiche per le nuove installazioni.

 

E a Berlino decolla Ubitricity
Courtesy of Ubitricity
Courtesy of Ubitricity

L’idea di ampliare la rete dei punti di ricarica urbani per veicoli elettrici sfruttando la rete di illuminazione urbana non è nuova e già da alcuni anni una start up tedesca ha messo a punto un sistema che ne prevede l’utilizzo. In realtà Ubitricity, questo il nome del sistema ideato da un gruppo di giovani berlinesi, non si limita a trasformare i pali della luce in colonnine di ricarica ma consente piuttosto di utilizzare qualsiasi fonte di elettricità come un punto di ricarica. Ubitricity è infatti un dispositivo mobile posto sul cavo elettrico di alimentazione che quantifica l’energia prelevata nel corso della ricarica e, grazie a uno specifica tecnologia di comunicazione, è in grado di relazionarsi con il gestore della rete elettrica comunicando il prelievo e provvedendo al relativo addebito in base alle tariffe stabilite dai singoli contratti. Grazie alla collaborazione con aziende specializzate nella realizzazione di impianti per energie rinnovabili come la Grundgrun, molti lampioni di illuminazione pubblica sono stati dotati di una presa di corrente in modo da fornire una sorgente di elettricità utilizzabile dal nuovo sistema che si propone di tagliare significativamente i costi delle infrastrutture di ricarica, secondo stime, anche del 90%.