Auto Elettrica vs Auto Tradizionale: la manutenzione costa il 35% in meno

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photo credit: David Villarreal Fernández via photopin cc
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Sono molti i detrattori dell’auto elettrica e per lo più si attestano su posizioni d’inizio secolo (scorso): i punti deboli degli EV stanno nell’autonomia delle batterie – nei primi del Novecento era la sicurezza delle stesse ad essere sotto accusa, a ragione – e nelle infrastrutture di ricarica difficilmente reperibili.

Beh, anche allora qualcuno che avrà obiettato ad Henry Ford che trovare un distributore di benzina dovunque non fosse possibile mentre di biada per cavalli ve n’era dappertutto e a buon prezzo ci sarà stato. A chi pensate che la storia abbia dato ragione?

Una ricerca dell’università tedesca di Nürtingen-Geislingen per conto dell’IFA (Institute For Automotive Research) ha stabilito che i veicoli elettrici ripagano lo sforzo economico fatto per acquistarli sul lungo tempo. Nessuno nega che siano attualmente cari all’atto dell’acquisto ma si rivelano ben più economici nei costi di mantenimento.

Lo studio, in particolare, prende in esame un periodo di 8 anni sul quale valutare la resa di un EV con 8.000 km percorsi in media all’anno.

Ebbene, un modello diesel o benzina di media cilindrata si attesta, per la manutenzione, sui 3.650 euro contro i 2.350 euro dell’elettrico, risultando il 35% più economico.

Questi risultati si basano su una serie di dati di fatto connaturati alle vetture elettriche.

Ciò che può farvi innamorare di una di esse è la loro semplicità: essenzialità di funzionamento, disponibilità delle piene prestazioni sin dall’avviamento e semplicità meccanica.

Un motore a combustione è un oggetto complicato, sempre più illeggibile dall’utente inesperto per la sua raffinatezza meccanica e per la compenetrazione di componenti elettroniche.

Il motore elettrico invece è costituito da un’infinità di parti in meno. Qualcuno di voi ha un figlio che abbia giocato con le mini4WD, macchinine da corsa giapponesi che si assemblano, motorini elettrici compresi? Ebbene, basilarmente parlando, vostro figlio sa già come funziona un motore elettrico e di che parti è composto.

Questo non vuol dire che potete sbeffeggiare il vostro meccanico, anzi: il calcolo da farsi è di tipo differente.

Meno componenti è sinonimo di meno parti che si possono rompere o usurare. Ma non solo: su una vettura tradizionale la voce di spesa per un guasto rappresenta un’eccezione non sempre rara ma la voce costante di uscita attiene alla rigenerazione di tutto quanto di cui il motore ha bisogno per funzionare. Cambiare olio, filtri, pastiglie dei freni, candele ha un costo che si reitera nel tempo: un veicolo elettrico semplicemente non li ha.

Il carburante, cioè l’energia elettrica costa comunque meno di qualsiasi benzina ed alcune parti che per forza si usurano, come i freni, risultano avere una vita più lunga dei loro cugini di auto a combustione o ibride.

Uno dei costi che invece va considerato è quello della sostituzione delle batterie quando esauste: qui però molte case automobilistiche optano per formule di noleggio o di comodato d’uso.

Con lo svilupparsi accelerato della tecnologia non bisogna disperare che anche il prezzo di partenza si ridimensioni: chi però è attratto dall’elettrico può farsi i conti in tasca pianificando il proprio guadagno sul lungo termine.

Alla fine sa che avrà avuto ragione lui.

 

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