BajaBoard, il mountainboard elettrico Made in Australia

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BajaBoard via GizMag
BajaBoard via GizMag
BajaBoard via GizMag

Gli skaters australiani adesso hanno un’arma in più che si chiama energia elettrica: la mania degli skateboard a motore, elettrico ovviamente, dilaga negli Stati Uniti ma una delle tavole che più interesseranno gli amanti del genere fa capolino dalla terra dei canguri.

Capace di sparare a 30 km/h in appena un secondo il suo conducente e di portarsi sul groppone ben 100 kg di zavorra, il BajaBoard era nato come hobby progettuale di un gruppo di ragazzi australiani ma, dopo tre anni di lavoro, è sbarcato su KickStarter per cercare i finanziamenti adeguati ad iniziare una seria produzione.

Vincitore del Best Alternative Electric Vehicle assegnato all’EV Expo di Melbourne in Febbraio, la versione definitiva del BajaBoard offre caratteristiche che lo renderebbero adatto sia al commuter urbano che voglia dare un tocco adrenalinico ai suoi spostamenti, sia allo skater più spericolato.

La ricetta finale prevede che ogni ruota (di diametro ben più ampio delle normali rotelle da skateboard) sia dotata di un motore elettrico brushless da 3 kW e di un ammortizzatore in stile mountain bike a sua volta inserito in una delle due sospensioni a balestra (anteriore o posteriore a seconda del caso).

Stare in piedi su questa tavola può dare emozioni “forti” e richiede senz’altro una preparazione fisica non indifferente per dominare i 50 km/h di velocità massima: in compenso l’autonomia del BajaBoard è al momento limitata a 24 km, che i suoi ideatori vorrebbero portare a 30.

Accelerare e frenare è permesso grazie ad un controller wireless che, a differenza dei precedenti prototipi, permette di governare separatamente ruote posteriori e anteriori, rendendole indipendenti per una miglior precisione nella guida.

Il BajaBoard è stato portato sulla piattaforma di finanziamento on line KickStarter nella speranza di attrarre oblazioni sufficienti ad avviare una produzione indipendentemente da reti di vendita fisiche o finanziatori privati.

Se il piano non dovesse avere successo, allora i ragazzi australiani cercheranno un partner fisso ed inizieranno a vendere nei negozi specializzati. Se qualcuno volesse portarsi in Italia questo adrenalinico giocattolo, faccia attenzione alle normative: in Europa gli skate a motore hanno incontrato molte difficoltà ad affermarsi non perché manchino gli skaters ma perché richiederebbero un’immatricolazione come ciclomotori che li rende uno sfizio poco conveniente.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: GizMag