BASF reinventa il velocipede con pedalata assistita e plastiche high tech

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Come sarebbe stata la prima bicicletta se i suoi inventori avessero avuto la tecnologia e materiali d’oggi? BASF, azienda chimica e plastica tedesca, si è data una risposta con il Concept 1865, una moderna rivisitazione del biciclo o velocipede degli albori realizzato rigorosamente con plastiche all’avanguardia ed assistenza elettrica alla pedalata.

Sotto lo slogan “Ripensare i Materiali”, BASF ha chiamato DING3000 ed altri studi di design ad elaborare l’aspetto e la sostanza del Concept 1865, così chiamato per via della corrispondenza fra l’anno di fondazione dell’azienda chimica e dell’aggiunta dei pedali alla Draisina, l’antenata di tutte le bici inventata dal tedesco Karl Drais.

Il velocipede rivisto da BASF mantiene le proporzioni di alcune delle prime bici, con una ruota anteriore da 39 pollici abbinata ad una posteriore da 24: non v’è trasmissione tramite catena e, come in quelle due ruote per pionieri, i pedali agiscono direttamente al mozzo anteriore.

Gran parte dell’innovazione sta nei materiali: la bici è composta quasi totalmente da plastiche high tech, con la presenza di metalli relegata al solo motore elettrico, a parte dei freni ed alla batteria.

Plastiche, schiume, resine epossidiche e poliuretaniche sono protagoniste assolute, in uno sfoggio di capacità costruttiva: ogni elemento è stato pensato usando il materiale più adatto ed esplorare questa creatura è come fare un viaggio nel mondo della plastica.

Il telaio, ad esempio, è in fibra di carbonio realizzata con la resina epossidica Baxxodur, particolarmente resistente agli sforzi meccanici, mentre la sporgenza che funge da sellino è resa confortevole dalla schiuma Elastoflex W, comunemente usata per i sedili di veicoli e nell’arredamento. Perfino la molle della sospensione che assorbe le vibrazioni del sellino è in plastica, più precisamente in Cellasto, un materiale poliuretanico micro cellulare.

Forcella anteriore e manubrio sono costituiti da un guscio di Elastolit R, fibra di carbonio poliuretanica, riempita con Kerdyn e schiuma Elastolit D che hanno la funzione di assorbire le vibrazioni. Per dare un tocco fascinoso, la Forcella è sotto illuminata da LED.

Anche la struttura delle ruote è in plastica: quella anteriore, la più grande, ne utiizza un nuovissimo tipo a costruzione termoplastica, l’Ultracom, ottimo per resistenza meccanica, rigidezza e stabilità agli sbalzi di temperatura.

Anche il gruppo di pedivelle e pedali montati al centro della ruota anteriore non potevano che essere in materiale adeguato, un mix di fibre di vetro che, abbinato ad una plastica ad attrito ridotto ha permesso la realizzazione dei cuscinetti a sfera dei pedali.

Materiali termoplastici sono stati scelti anche per la ruota posteriore, ritenendoli BASF una soluzione ottimale per la loro resistenza e capacità di assorbimento delle vibrazioni con poco peso.

Sotto agli pneumatici è inserito un doppio strato di E-TPU che riduce l’abrasività della superficie dando alla gomma una base durevole sulla quale poggiare: la stessa schiuma, chiamata Infinergy è usata anche per produrre una serie di scarpe da ginnastica di un notissimo brand.

Per i freni, invece, sottoposti a temperature notevoli, BASF è ricorsa ad una fibra di carbonio di derivazione aeronautica in grado di sopportare fino 200° C.

Il motore elettrico, non specificato, viene alloggiato e protetto dal disco di plastica blu posto al mozzo posteriore, mentre la batteria è nascosta nel sellino e riparata anch’essa da sporcizia e umidità da un involucro in Ultradur PBT, capace di isolarla anche dalle dispersioni di energia. Un supporto in polipropilene la mantiene anche al sicuro da vibrazioni e colpi: rimuovendo la sella si ha accesso alla batteria, estraibile per la ricarica.

Il velocipede Concept 1865 è chiaramente un campionario di materiali plastici (ben 24 in tutto e tutti ovviamente sotto copywright BASF) ma è anche una bici dal design curioso. Non c’è da aspettarsi che l’azienda tedesca pensi di realizzarla ma che un certo interesse, specie in ambienti di tendenza, possa suscitarlo non è da escludere.

Dopo le bici a scatto fisso la prossima moda potrebbero essere i velocipedi high tech, chissà.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Gizmag, BASF