Boom europeo per le eBike: alla base del successo c’è…il sudore

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photo credit: juergvollmer via photopin cc
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Il successo della bici a pedalata assistita nella cosiddetta Euro Zona è tale da essersi fatto notare dagli analisti di tutto il mondo: l’e-bike, in molti mercati delle due ruote, ha rappresentato una, se non l’unica, voce in controtendenza (positiva).

Perché gli Europei amano tanto la pedalata assistita? Una bici elettrica costa in media molto più di una tradizionale ed i dati che la vedono in crescita sui mercati paiono contraddire la generale contrazione dei consumi.

Finchè non si considera un fattore pratico: il sudore.

Nelle città europee andare in bici è tradizione diffusa e radicata da tempo, grazie ad un tessuto urbano che, rispetto a molte megalopoli d’oltreoceano, lo consente agevolmente. Circolare in bici è poi senz’altro più economico che guidare un’automobile ed avere a che fare con benzina e parcheggi.

Tuttavia nessuno si presenterebbe in ufficio alle 8:00 di mattina già grondante di sudore, dovendo offrire una spiacevole compagnia ai colleghi nonché un soggiorno poco confortevole a sé stessi.

Ecco perché l’e-bike, almeno in parte, raccoglierebbe tante simpatie: l’assistenza nella pedalata permette di sforzarsi poco e di non dover buttare via la camicia, come di coprire rapidamente lunghe distanze senza accusare la fatica.

Aiuta anche nel caso in cui si debba affrontare salite o trasportare qualcosa di pesante ma non costa quanto uno scooter.

Risposte banali? Sarà, ma come riporta il New York Times, l’Europa è, dopo l’Asia, il continente in cui l’e-bike tira di più: la European Cyclist’ Federation conta 250,000 esemplari di bici elettrica circolanti in Svizzera, mentre la Germania nel 2013 ha visto il mercato del pedelec crescere dell’8% (la quota di mercato è dell’11%) a dispetto del calo del 5.5% dei pedali normali.

Persino in Olanda, dove c’è la più alta percentuale di due ruote pro capite, le bici hanno perso colpi con l’eccezione delle e-bike, cresciute del 9%.

Pike Research, dal canto suo, ha previsto una crescita costante della pedalata assistita da qui al 2018, con l’Europa a fare da traino quasi solitario.

Insomma, sebbene più costose di una bici da passeggio qualsiasi, le e-bike non sono poi un’esborso inarrivabile per il professionista in cerca di un’alternativa agile al caro benzina, agli ingorghi ed alle resse sui mezzi pubblici.

Resta da capire solo una cosa. Pedalare, a detta di molti, rende felici: no, non c’entra il masochismo, come possono pensare i più pigri, bensì le endorfine sprigionate dall’attività fisica, utili a provare quel senso di relax che libera la mente dopo una giornata di tensioni sul lavoro.

Bhe, l’e-bike da questo punto di vista è sicuramente indietro proprio perché fa faticare meno ma si può sempre cercare di pedalare abbastanza da sentirsi contenti scegliendo il giro più lungo possibile prima di arrivare in ufficio.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Business Insider

 

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