Caraibi e Jamaica, meno dazi e più auto ibride: giovano ai bilanci ed all’aria

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Giamaica car
Giamaica car - photo credit: loop_oh via photopin cc
Giamaica car
Giamaica car – photo credit: loop_oh via photopin cc

La Giamaica e gli Stati della regione caraibica vogliono rendere più facile importare ed acquistare auto ibride per i loro cittadini, riconoscendo la necessità di ridurre i consumi di carburante e di migliorare la qualità dei veicoli circolanti.

In un workshop organizzato dalle Nazioni Unite all’interno del suo Environmental Programme in collaborazione con la FIA Foundation ed altre organizzazioni locali, è stato il chairman della Jamaica Automobile Association (JAA), Earl Jarrett, a richiedere a gran voce che vengano rivisti dazi ed imposte sull’importazione nella regione di queste auto.

Facilitarne l’ingresso e l’acquisto per i cittadini giamaicani (e non solo) avrebbe infatti un’importanza strategica: veicoli ecologici ed efficienti porterebbero un beneficio diretto all’economia locale, che nel caso dei piccoli Paesi dell’area vede il consumo di carburanti fossili rappresentare oltre il 50% della propria spesa energetica. Decurtare questa percentuale vorrebbe dire ridurre le importazioni di queste materie, assenti sul suolo locale.

Le auto ibride sarebbero però utili anche a migliorare la situazione atmosferica nei Caraibi, certamente meno contaminati di molte altre realtà ma soprattutto in virtù della scarsa densità di veicoli presenti: dal punto di vista tecnologico, infatti, si tratta spesso di vetture discretamente vecchie ed inquinanti.

Jarrett mette poi i motori ibridi in una prospettiva orientata verso i consumatori, a suo dire nel pieno diritto di poter scegliere auto con livelli di efficienza ben migliori di quelle attualmente offerte nei Paesi caraibici.

Alla conferenza, tenutasi a New Kingston, il 2 e 3 Febbraio, erano presenti molti rappresentanti di istituzioni e istituti di ricerca superiore anche dell’America latina, con la quale i Caraibi condividono l’interesse forte per i trasporti elettrici per via del mix di convenienza ambientale e, soprattutto, economica.

Produrre energia elettrica da fonti rinnovabili è infatti nettamente più facile in questi Paesi, specie nei più piccoli, bisognosi di livelli di produzione non stellari a fronte di condizioni climatiche favorevoli al loro sfruttamento (iniziative pro-elettrico sono già state intraprese ad Aruba, Rèunion e Barbados).

Jarrett ha insistito poi su un ulteriore priorità per la Jamaica: educare i propri cittadini a non sprecare energia e tantomeno se sotto forma di carburante bruciato. Per dare seguito a queste parole occorre però poter offrire un’alternativa efficiente.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: The Gleaner