CitiSense: un app ed un sensore portatile per monitorare la qualità dell’aria sul proprio smartphone

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CitiSense
CitiSense: interfacce utente dell'app - Credit: Jacobs School of Engineering, UC San Diego
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CitiSense: interfacce utente dell’app – Credit: Jacobs School of Engineering, UC San Diego

Gli scienziati dell’Università di San Diego, in California, hanno costruito un sensore portatile che permette di conoscere in tempo reale la qualità dell’aria che stiamo respirando tramite app sullo smartphone.

Utile per chi soffre di patologie respiratorie, potrebbe costituire anche uno sprone ad adottare una mobilità ecosostenibile.

Cosa potrebbe far rendere conto a molte persone del reale bisogno di cambiare stili di vita nel segno di un maggior rispetto dell’ambiente? Per esempio scoprire, in qualsiasi momento, quanto sia inquinata l’aria che respira, cosa facile da sottovalutare.

A questo scopo un pool di scienziati dell’Università di San Diego hanno realizzato un micro sensore portatile che rileva le concentrazioni di ozono, diossido di nitrogeno e monossido di carbonio, principali agenti inquinanti emessi dai motori a combustione dei veicoli che circolano per le nostre strade.

L’utente può controllare che cosa sta involontariamente respirando sul proprio telefono usando un app: una scala colorimetrica basata sulle valutazioni di qualità ambientale della EPA (l’organo americano che si occupa di emissioni inquinanti nell’aria) classifica la bontà dell’aria andando dall’ottimo verde al pessimo color porpora.

We are getting the invisible visible” è l’affermazione che meglio rende l’idea dello spirito del progetto, chiamato “CitiSense”, e pronunciata da William Griswold, uno dei professori di scienze informatiche della Jacob School of Engineering della UC San Diego.

C’è soprattutto un risvolto scientifico, oltre che di sensibilizzazione dell’opinione pubblica: nei grandi centri come le megalopoli

CitiSense
CitiSense indossato su uno zaino – Credit: Jacobs School of Engineering, UC San Diego

statunitensi ed europee la concentrazione di agenti inquinanti atmosferici è alta ma le unità di monitoraggio veramente poche; anche solo 100 persone munite del sensore portatile in una grande città apporterebbero un’enorme quantità di dati alla ricerca scientifica, rendendola ancor più accurata.Per adesso CitiSense è stato testato da un campione di utilizzatori e verrà impiegato in diversi progetti di monitoraggio della qualità dell’aria: il costo di produzione di un sensore si aggira sul migliaio di dollari ma una produzione in massa per il commercio consentirebbe di renderlo accessibile a molti.

Chiaramente alcune cose sono ancora in via di miglioramento, come ad esempio il consumo di batteria che lo scambio dati tra smartphone e Citisense costa al primo dei due, ma è davvero auspicabile che piccoli, ma in realtà grandi, dispositivi come questo raggiungano la nostra vita quotidiana: progetti come questo non è esagerato dire che contribuiscono a formare la coscienza dei cittadini riguardo alle condizioni ambientali in cui vivono e sono uno sprone ad intraprendere scelte più pulite per il futuro.

 

[A.L.]

Fonti: UC San Diego, CitiSense

Thanks to Ioana Patringenaru of UCSD for media permissions.