E se le batterie dell’auto elettrica fossero…alcaline? Al lavoro i ricercatori di Princeton

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photo credit: me and the sysop via photopin cc
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Un’alternativa al litio, abbondante ma non sempre semplice da ottenere e perciò costoso, potrebbero essere le batterie alcaline. E, attenzione, non è uno scherzo, perché il loro sviluppo sarà condotto dalla nota Priceton University negli Stati Uniti con un finanziamento di ben 963,389 dollari del Dipartimento dell’Energia (l’U.S. Department Of Energy).

E così, quelle tozze pile che per chi ha già qualche anno sulle spalle sono indissolubilmente legate al ricordo di radio portatili e macchine fotografiche che finivano per spegnersi sempre quando non si aveva un ricambio a disposizione, potrebbero vivere una seconda fase di gloria nell’industria delle auto elettriche.

In realtà quelle che i ricercatori di Princeton vogliono mettere a punto sono moderne pronipoti di quelle batterie che si basano sulla chimica alcalina appositamente adattata per sopportare un lungo ciclo di vita fatto di continue ricariche.

La scelta di provare a testare unità alcaline nasce dall’economicità e dalla reperibilità dei materiali: se la ricerca dovesse dare dei buoni frutti, allora potrebbero essere proposte come alternativa low cost per alimentare i veicoli elettrici, con l’ulteriore pregio di richiedere schermature ed involucri minimi (cosa contraria rispetto alle unità agli ioni di litio).

La Princeton University si dice orgogliosa di prendere parte alla ricerca nel campo della mobilità elettrica, i cui vantaggi, dice, sono sotto gli occhi di tutti; il finanziamento che le consentirà di svolgere l’attività deriva dal programma RANGE (Robust Affordable Next Generation Energy Storage Systems) che ha a disposizione un fondo di 36 milioni di dollari da usare per dare l’input vitale a nuove tecnologie migliorative per le attuali prestazioni degli EV.

Malgrado il litio sia più costoso, c’è da dire che tutte le più recenti analisi di mercato hanno indicato un certo abbattimento del prezzo delle batterie che se ne servono nell’arco dei prossimi due anni.

Chissà se prima di allora le batterie alcaline davvero interverranno nell’agone dell’elettromobilità.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Princeton Patch