Fuel Cells ad idrogeno senza usare platino: per la britannica ACAL Energy si può, a tutto beneficio dei costi

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photo credit: Earthworm via photopin cc
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Il prossimo passo verso il futuro della mobilità è da anni indicato nella tecnologia delle Fuel Cell, ossia delle celle a combustibile alimentate ad idrogeno; in grado di fornire autonomie enormi ai motori elettrici attualmente limitati dalla capacità media delle batterie al litio, hanno un difetto che ne rallenta la commercializzazione da sempre: il prezzo.

Dall’Inghilterra pare stia per arrivare però la tanto attesa chiave di volta: ACAL Energy afferma di aver sostituito il motivo di tanta dispendiosità con un elemento alternativo, rendendo così la produzione delle fuel cells finalmente abbordabile su larga scala.

Il problema è sempre stato costituito dalla presenza del platino tra i materiali impiegati per la realizzazione di una cella a combustibile: in esse ossigeno ed idrogeno reagiscono producendo l’energia elettrica che serve al motore grazie ad una membrana rivestita in platino.

Purtroppo però il platino ha costi molto elevati e si degrada rapidamente con l’uso, caratteristiche che non vanno d’accordo con le esigenze dell’industria automobilistica, la quale si trova a dover fare i conti con un prodotto doppiamente costoso: sia in quanto a materie prime che a metodi di produzione.

Per questo il risultato finale è sino ad adesso corrisposto ad auto dalle enormi potenzialità ma dal prezzo stellare.

La soluzione proposta da ACAL Energy si fa forte dell’eliminazione del platino dalle fuel cells in favore di un liquido catalizzatore registrato con il nome di FlowCatch che non soltanto consente la reazione energetica ma funge anche da refrigerante per la cella stessa.

Perfino il decadimento della cella a combustibile è prevenuto con un margine di sicurezza pari a 2 rispetto all’obiettivo limite fissato dall’U.S. Department of Energy: la società britannica afferma che la sua fuel cell è in gradi di coprire almeno 700,000 km prima di mostrare segni di cedimento nelle capacità, con test che dimostrerebbero l’affidabilità del prodotto su 10,000 ore di utilizzo in 16 mesi.

La notizia è stata riportata da Consumer Reports in primis proprio per l’aspettativa sul mercato che l’ipotesi di auto ad idrogeno davvero acquistabili spalancherebbe: senza conferme ufficiali da parte di nessuno, sembra che i Marchi automobilistici maggiori interessati a testare questa soluzione tecnologica siano già 6.

Negli ultimi due anni si sono formate numerose alleanze per condividere e ripartire i costi di sviluppo delle fuel cells ad idrogeno tra i colossi dell’industria automotive: da Daimler, Renault-Nissan e Ford a Toyota e BMW alla recente General Motors ed Honda.

Senza contare che Toyota ha già annunciato di voler aggredire il mercato con la prima berlina elettrica a fuel cells (la FCV-R) entro il 2015.

Rimane naturalmente il problema della distribuzione dell’idrogeno (che in Giappone è pioneristicamente in via di sviluppo con il primo network nazionale) e, soprattutto, del costo economico ed ambientale di produzione dell’idrogeno stesso.

 

 

Andrea Lombardo

Fonti: ConsumerReports, GreenCarReports

 

2 COMMENTS

  1. Dalla sperimentazione annunciata, lo scenario logico (si auspica non molto lontano) sarà così :

    LE ATTUALI STAZIONE DI SERVIZIO PER LA DISTRIBUZIONE DEI CARBURANTI, AVRANNO UNA ZONA DI STOCCAGGIO PER LE BATTERIE A IDROGENO CARICHE E UN’ALTRA PER LE BATTERIE SCARICHE , DIVERSIFICATE NELLE DUE/TRE TIPOLOGIE DELLE AUTO IN CIRCOLAZIONE -CITY , MEDIA E GRANDE POTENZA – CHE SOSTITUISCONO LA BATTERIA ESAUSTA CON UNA CARICA , PAGANDO UN TOT PER LA COPERTURA DEI COSTI .
    Costi iniziali, sicuramente inferiori ai carburante attuali A PARITA’ DI KHILOMETRI PERCORSI.
    La fedeltà ai produttore di batterie -come attualmente per i marchi dei carburanti e la concorrenza fra loro- faranno abbassare i costi nel tempo e aumentare i servizi da offrire gratuitamente o a pagamento agli automobilisti.
    TANTO IO DEDUCO DA QUANTO ANNUNCIATO DALLA ACAL ENERGY.

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