Grandi idee per la “piccola” mobilità: Honda Micro Commuter Prototype

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Si chiama Micro ma si basa su una grande intuizione: tra città congestionate e dagli spazi ristretti, necessità di ridurre inquinamento e numero dei veicoli circolanti e bisogno di prodotti duraturi e funzionali per tutti, l’unica caratteristica universale oggi è la versatilità.

Honda nel 2013 inizierà a testare un veicolo elettrico di piccole dimensioni che, se tutto andrà bene, potrebbe comparire tra i futuri appartenenti alla cosiddetta categoria-L7 europea, quella che raggruppa i motocicli con peso inferiore ai 400kg batteria esclusa e potenza di 15 kW al massimo.

Micro Commuter Prototype è il nome esteso di questo EV pensato per piccoli spostamenti. L’innovazione sta nel concept di un veicolo che si pieghi fortemente ad esigenze diverse, assumendo differenti capacità di carico e prestandosi, quindi, ad utilizzi in contesti vari.

Come? Cambiando forma d’uso. In pratica la struttura portante del veicolo è il pianale sotto al quale sono collocati il blocco batteria, il motore e l’unità di controllo; sopra questi si ha una cabina con un posto anteriore, quello del conducente, e, a seconda di come viene settato il sedile posteriore, alternativamente due posti per bambini o uno per un adulto. La struttura di questo EV è stata denominata Variable Design Platform: la sua intelligenza sta nell’organizzazione dei componenti vitali del mezzo sotto il pavimento, come già detto, e nella parte posteriore del veicolo, lasciando così uno spazio preciso e definito per le funzionalità di guida nell’abitacolo.

Il punto di forza sta quindi nella modificabilità di questa cabina, adattabile ad esigenze diverse; si diceva anche di contesti di utilizzo vari: infatti nei target da testare rientrano nuclei di persone eterogenei. Dalle madri con bambini piccoli agli anziani, dai servizi di consegna a domicilio ai trasferimenti di pendolari e i car sharing, tanto per dare un’idea della versatilità che il veicolo si prepone di avere.

Tecnologicamente sfrutterà tutti gli accorgimenti possibili: sarà integrato al massimo con un tablet che consentirà di sfruttare le applicazioni per meteo, navigatore, stereo e telecamera posteriore. Strumento quindi essenziale, sarà possibile ricaricarlo a bordo grazie al tettuccio a pannelli solari: la ricerca di Honda in tal direzione mira ad utilizzare l’energia prodotta dai pannelli sul veicolo anche per le funzioni di guida.

Per raggiungere un’efficienza totale, la casa giapponese sta poi sperimentando, nella città nipponica di Saitama, l’Honda Smart Home System (HSHS), sistema che ottimizza la gestione dell’energia utilizzata in ambito domestico quotidiano, abbattendone le emissioni di CO2. Nella vita di tutti i giorni, il Micro Commuter svolgerebbe un’azione importante di supporto anche come batteria domestica.

Comparso per la prima volta al Motor Show di Tokio del 2011, è un progetto attualmente al vaglio del Ministero del Territorio, Infrastrutture, Trasporti e Turismo giapponese, nonché per i regolamenti della la categoria-L7 in Europa.

Ha dimensioni da micro-car: lungo due metri e mezzo, largo circa un metro e venti ed alto un metro e quaranta centimetri, può viaggiare ad un massimo di 80 km/h, si carica in 3 ore ed ha autonomia per 60 km grazie alle batterie al litio.

Un progetto sicuramente interessante, nato da uno dei produttori ed una delle nazioni che più si stanno impegnando sul fronte della mobilità pulita e della conversione delle fonti di energia. Che si possa definire l’ “anti-Twizy” con gli occhi a mandorla?

 

 

Andrea Lombardo

 

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