Ibis, una rivale cinese per la Tesla Model S?

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01 Ibis at MallSi chiama Ibis ed ha fatto la sua comparsa in Cina nel 2014: berlina di classe premium elettrica, ricorda l’ormai nota Tesla Model S in più che un dettaglio ed adesso promette di voler entrare sul mercato delle quattro ruote a stelle e strisce.

Cinque posti, carrozzeria in fibra di carbonio e telaio in alluminio estruso: le caratteristiche della Ibis sulla carta appaiono buone ma il prodotto è seguito con una certa diffidenza dai media americani, che la vedono come un’imitazione della berlina elettrica made in Silicon Valley.

In realtà, le somiglianze sono soprattutto estetiche, nel logo, che effettivamente riprende qualcosa della “T” di Tesla tanto da far dire al presidente di 2050 Motors – la società che pare voglia venderla negli U.S. – che si tratta di uno “sfortunato caso”, e nelle linee esteriori della vettura, che riprendono quanto già visto nella Model S e, forse, non solo.

Originalità del design a parte, la struttura delle due auto è diversa: fibra di carbonio per la carrozzeria ed alluminio estruso per il telaio (differente anche per concezione) portano la Ibis a pesare meno della rivale americana e, secondo 2050 Motors, a sfruttare meglio le potenzialità del pacco batterie, di per sé meno potente.

Mentre Tesla offre infatti tagli da 70-85-90 kWh, la Ibis arriva di serie con una batteria agli ioni di litio-polimeri da 72 kWh.

A 60 km/h costanti l’autonomia dichiarata è di 520 km: non saranno i circa 700 km della Model S ma, anche considerando una caduta del 25% in condizioni reali d’uso, si tratta di un buon range nel panorama dell’elettromobilità odierna. In generale, per la Ibis sono dichiarati 460 km.

La propulsione è affidata ad una triade di motori elettrici tutti posizionati posteriormente. Il principale di essi è posto sull’asse, mentre due ausiliari sono accoppiati alle singole ruote.

L’insolita soluzione offre, secondo il produttore, un output complessivo di 181 cavalli e 340 Nm di coppia, con una velocità massima di 152 km/h.

Le prestazioni risultano quindi depotenziate rispetto alla “rivale” Model S ma, fosse mai realmente esportata sui mercati occidentali, potrebbe anche compiere un piccolo sgambetto ai modelli di casa nostra, se non altro per quel che riguarda la corsa al miglior prezzo.

La Ibis, stando alle dichiarazioni di Michael Hu, il presidente di 2050 Motors, costerà da listino 69,500 dollari negli USA, ossia circa diecimila dollari in meno negli Stati più generosi in quanto a contributi per l’acquisto di auto green: decisamente meno di una Tesla, che si aggira, a seconda della versione, nell’intorno dei centomila dollari.

Si tratta di un prezzo alto ma competitivo, qualora la qualità della vettura dovesse vincere gli scetticismi nei confronti della sua origine cinese.

Tuttavia, una sorta di “effetto boomerang” della colonizzazione occidentale dei mercati automobilistici asiatici era da aspettarsi: la Ibis, che in Cina è prodotta dalla Aoxin New Energy, compagnia nata probabilmente sull’onda della spinta governativa verso la trazione alternativa, sarà anche nata come imitazione locale della mitica elettrica californiana ma rischia di dare adesso man forte al fenomeno opposto, ossia alla colonizzazione di ritorno dei mercati occidentali.

Cosa che a questi mercati stessi potrebbe anche fare bene, portando le nostre Case automobilistiche a doversi muovere con maggiore rapidità che in passato.

Nel caso statunitense l’elettrica Ibis dovrebbe essere distribuita da 2050 Motors, società fondata nel 2012 e domiciliata in Nevada con l’obiettivo, comune a molte start up odierne, di sviluppare l’auto del futuro basandosi sulle cosiddette nuove tecnologie.

Staremo a vedere.

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: 2050Motors via InsideEVs

2 COMMENTS

  1. La IBIS è realizzata su piattaforma modulare per veicoli elettrici di proprietà intellettuale della Picchio (www.picchio.com).
    La batteria e il powertrain sono configurabili come da richiesta del committente.
    Sopporta motorizzazioni fino a 4 ruote motrici, a 400 kW di potenza e batterie fino a 80 kWh (anche con battery swap).
    La carrozzeria in carbonio anch’essa frutto del lavoro del centro stile Picchio è disegnata su indicazione del committente.

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