Inizia la produzione europea di Nissan Leaf: per l’Inghilterra vuole dire 2.000 posti di lavoro

3417

La nuova Nissan Leaf 100% elettrica sbarca sul terzo continente: nata in Giappone e da poco arrivata negli USA, adesso comincia la produzione anche nell’impianto britannico di Sunderland.

Oltre che rappresentare un non trascurabile investimento in posti di lavoro per l’Inghilterra, la produzione della Leaf nel nostro continente porta direttamente un beneficio sul prezzo al pubblico della vettura: come negli USA, la mancata importazione dal Giappone – dove Leaf era prodotta fin’ora – permette di abbassarne il costo.

L’impianto di Sunderland è frutto di quattro anni di preparativi finanziati da Nissan con 420 milioni di sterline inglesi ed è uno dei più avanzati del marchio giapponese anche nella produzione di batterie agli ioni di litio; unitamente alla linea di costruzione della Leaf elettrica garantisce la sopravvivenza di oltre 2.000 posti di lavoro nell’indotto dell’industria automobilistica britannica, dei quali 500 dipendenti direttamente da Nissan.

Inoltre, il Nissan Sunderland Plant, inaugurato nel 1986, ha sfornato nella sua storica attività 7 milioni di veicoli e l’anno scorso si è confermato come la fabbrica più produttiva del Regno Unito con ben 510.572 unità uscite dalle sue linee nell’arco dei dodici mesi.

Il Primo Ministro inglese David Cameron, come tutto il governo britannico, ha supportato la crescita dell’impianto e legge molto positivamente la situazione per l’industria automobilistica inglese, messa così in grado di mantenere alti i propri numeri a livello mondiale.

Inoltre, l’Inghilterra sta puntando molto sulla mobilità pulita, investendo la bellezza di 400 milioni di sterline in incentivi di varia natura che coinvolgono pubblico e privato sia sul fronte delle infrastrutture che su quello dell’acquisto di veicoli elettrici. Nissan Leaf risulta così essere una bandiera di questa nuova era dell’automobilismo, utile anche per il rilancio economico diretto del territorio: gli operai che lavorano nel sito di Sunderland sono 6.100, non pochi.

La nazione inglese è interessata a far sì che l’auto elettrica continui a svilupparsi, scommettendo che investire sulla tecnologia e sull’ambiente sia la cosa migliore da farsi per un paese evoluto.

La crescita del settore, se ben supportata, è possibile, come dimostrato dall’aumento degli ordini per la Leaf, passati da 200 a 1.400 in un anno, e dall’incremento dei punti di ricarica pubblici da 12.000 agli attuali circa 20.000.

La politica sui trasporti dell’Unione Europea, che vorrebbe una rete di ricarica minima proporzionata sui territori nazionali di ogni Stato membro della Comunità (l’Italia dovrebbe installare 120.000 colonnine di ricarica, ad esempio) entro il 2020 ed il crescente bisogno di trovare nuovi settori che trainino un’economia ormai generalmente asfittica fanno sì che alcune Nazioni vedano nell’auto elettrica e nell’adeguamento infrastrutturale che richiede una strada per procurarsi posti di lavoro e far girare liquidità.

L’idea non appare balzana anche se, è chiaro, bisogna essere disposti ad accettare il cambiamento, problema non estraneo al nostro Bel Paese.

 

Andrea Lombardo

 

5 COMMENTS

Comments are closed.