Italia fanalino di coda della mobilità elettrica. Ma non è la domanda a latitare

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photo credit: jon_gilbert via photopin cc
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Quello che manca all’Italia per far decollare l’auto elettrica è la voglia di crederci. I numeri sono impietosi e lo scenario è ancora inchiodato al circolo vizioso dell’assenza delle colonnine di ricarica perché mancano i veicoli (e viceversa) ormai abbandonato dalla maggior parte dei Paesi industrializzati.

Questa volta la predica non arriva dal solito pulpito elettro-entusiasta bensì da uno dei quotidiani più integerrimi di questa nostra Italietta, La Repubblica. Un giornalista, Valerio Gualerzi, mi da lo spunto per rimarcare il filo del discorso del suo articolo, che vi invito a leggere su Repubblica.it.

La fotografia della mobilità elettrica tricolore è disarmante, con appena 512 auto (veicoli immatricolabili come automobili a tutti gli effetti, sia chiaro) vendute a tutto il 2013 sin qui trascorso: luglio ed agosto hanno visto la “bellezza” di 70 e 40 unità rispettivamente prendere la strada di un garage privato.

Questo mentre gran parte dell’Europa viaggia su cifre differenti, magari non colossali ma promettenti, e mentre gli Stati Uniti vedono vendere migliaia di unità di singoli modelli di auto elettriche in un mese.

D’accordo, nemmeno le 130,000 auto a zero emissioni a stelle e strisce possono ancora far parlare di svolta date le proporzioni del mercato complessivo ma per la prima volta si vedono veicoli elettrici competere con gli endotermici in determinati segmenti ed è innegabile che si susseguano le iniziative pubbliche per lo sviluppo delle reti di ricarica.

E in Italia? Siamo fermi ad almeno cinque anni fa. La Fiat non investe (ma Chrysler corre ai ripari negli USA), lo stato non avanza su tematiche vitali quindi figuriamoci sul coordinamento di una mobilità sostenibile e l’auto elettrica è in balìa di singole iniziative virtuose affogate in un mare magno di offerte meno virtuose e mistificanti.

Eppure chi sostiene che “i tempi non siano maturi” è buggerato dall’evidenza dei fatti: 5 anni fa il mercato delle bici elettriche era una barzelletta, adesso vende 40-50 mila unità all’anno (sfido chiunque abiti in città a farci caso: ce n’è dovunque); il Renault Twizy, quadriciclo con tutti i limiti della sua categoria, ha venduto quasi 2,000 unità dal lancio nel 2012, risultato che può dar da pensare dato che l’agilità del veicolo non è quella di uno scooter ed il comfort distante da quello di un’auto: dimostra che di elettrico c’è fame e che molti sono disposti a provare.

L’articolo chiama in causa anche il Politecnico di Milano che, con il suo Energy & Strategy Group, ha evidenziato in una ricerca che l’interesse degli italiani per le zero emissioni potrebbe tradursi in 2-3.8 milioni di auto elettriche a batteria sulle strade entro il 2020.

È l’offerta a palesarsi come inadeguata, allora: l’offerta di veicoli tra cui scegliere (guardate un po’ quante sono le auto elettriche ed ibride sul mercato USA, ne scoprirete delle belle) e l’assistenza infrastrutturale, inesistente a conti fatti.

Enel si è mossa, è vero (anche se certi piani ci pare stentino a partire), e con lei altri gestori di energia: ma in Italia non è ancora passata l’idea di base che una colonnina elettrica è come un distributore di bibite, facile da installare (volete mettere con una pompa di benzina?) e da mantenere, sottoposto a molti meno vincoli.

Come dovunque, lo sprone dovrebbe partire dallo Stato. Manca un piano – meglio, manca la sua attuazione, visto che nel Decreto Sviluppo del 2012 iniziava a delinearsi – che coordini il graduale affiancamento dell’elettrico alla propulsione tradizionale; California, Canada, Norvegia, Estonia, Paesi Bassi, Francia, Germania, Cina, tutti i Paesi che stanno vedendo una crescita delle zero emissioni sono partiti da norme che costringevano le Case automobilistiche ad offrire un’alternativa e da incentivi che invogliavano i privati a comprare e le amministrazioni ad infrastrutturale i territori.

Ma noi no, siamo ancora fermi al punto che, quando si dice ad una persona che ha di fronte un’auto elettrica, quello va a “bussare” sulla carrozzeria, incredulo che possa essere un’auto vera.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Repubblica.it

 

3 COMMENTS

  1. sì certo i petrolieri e banchieri saranno davvero felicissimi!! se solo la gente si svegliasse invece di andare allo stadio e guardare programmi tv di basso livello…

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