Klimamobility: il futuro dell’energia a idrogeno è già realtà

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Macchine a celle a combustibileUna partnership di primo piano quella tra Fiera Bolzano e IIT, Istituto per le Innovazioni Tecnologiche, in occasione della prossima edizione di Klimaenergy e Klimamobility. Durante i saloni internazionali delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile, in abbinata dal 26 al 28 marzo 2015, è infatti possibile toccare con mano le prime applicazioni concrete sul fronte dell’energia a idrogeno in Alto Adige.

Bolzano, Febbraio 2015 – Un’edizione all’insegna dell’innovazione e dell’high-technology, quella di Klimaenergy e Klimamobility, che offre un focus di primo piano sullo sviluppo dell’energia a idrogeno, con visite tecniche guidate al nuovo Centro all’avanguardia di Bolzano.

Una dimostrazione di come “L’acqua sia il carbone del futuro”, come aveva già previsto Jules Verne nel 1874, e come il suo sviluppo rappresenti una realtà consolidata in Alto Adige.

L’Alto Adige ha da sempre un ruolo d’avanguardia in Italia, non solo nei settori delle energie rinnovabili, dell’edilizia e delle tecnologie ambientali, ma anche nel campo della mobilità sostenibile a emissioni zero.
Grazie all’impegno di IIT, l’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche, in Alto Adige è, infatti, in atto una forte attività di investimento mirata all’implementazione della tecnologia dell’idrogeno come fonte energetica per la mobilità, per lo stoccaggio della corrente in esubero, per impianti stazionari e per le infrastrutture. L’attività di IIT si concentra altresì sul coinvolgimento attivo dell’economia locale e sulla formazione e sensibilizzazione degli operatori di settore e dell’opinione pubblica.

Il primo Centro di produzione d’Idrogeno in Italia, inaugurato lo scorso 5 giugno 2014, nasce dalla volontà di IIT – insieme all’autostrada del Brennero A22 – di promuovere l’idrogeno come carburante del futuro.
Oggi, grazie a questo Centro all’avanguardia, Bolzano rappresenta ancora una volta un modello di riferimento per molte altre città italiane ed estere dando una svolta allo sviluppo di questa tecnologia nel nostro Paese.

La tecnologia dell’idrogeno è stata sviluppata per fornire risposte tecniche concrete ai problemi energetici dei nostri tempi: dai cambiamenti climatici alle emissioni nocive, dalla dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili ai i crescenti costi dei carburanti. L’idrogeno come risposta energetica per il futuro può rappresentare una soluzione a tutte queste problematiche. La stessa Unione Europea ne ha riconosciuto l’importanza per limitare drasticamente la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e favorire invece l’utilizzo di risorse locali. La UE ha inoltre identificato questo settore come una delle cinque aree economiche in maggiore crescita (insieme a Biotecnologia, Tecnologia della Medicina, Aeronautica ed Elettronica) con un enorme potenziale in fatto di creazione di posti di lavoro altamente qualificati.

Già nel 2006, l’Alto Adige ha deciso di perseguire l’importante obiettivo dell’implementazione della tecnologia a idrogeno, creando tutte le necessarie premesse formali e operative. Grazie al sostegno del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale FESR, si è potuto concretizzare il progetto e realizzare il Centro Idrogeno. Ciò è stato reso possibile, tra l’altro, attraverso una stretta collaborazione con l’Autostrada del Brennero Spa che ha messo a disposizione il terreno e gli edifici necessari per il centro. L’impianto di produzione di Bolzano è in grado di produrre carburante a sufficienza per rifornire 15-20 autobus oppure centinaia di autovetture.

Grazie al Centro di Bolzano sono stati avviati anche i primi progetti sulle applicazioni dell’idrogeno nel settore della mobilità e negli usi stazionari. I cinque autobus Daimler a celle a combustibile, operativi nel trasporto urbano già dal 2013, e parte del progetto europeo CHIC, rappresentano l’inizio di una mobilità altoatesina a zero emissioni. Attraverso il progetto europeo HyFIVE, l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche di Bolzano (IIT) dispone dall’estate scorsa di 13 vetture Hyundai ix35 Fuel Cell anche per i privati e Fiera Bolzano ha sposato con entusiasmo questo progetto prendendone una in affitto.

Grazie a questi due progetti europei l’Alto Adige ricopre – insieme ad altre città illustri come Londra, Amburgo, Oslo, Kopenhagen, Aarau, Milano, Monaco, Stoccarda e Innsbruck – un ruolo fondamentale per quanto riguarda la mobilità sostenibile. Oltre dieci milioni di fondi europei sono stati re-investiti in questa regione.

Il progetto HyFIVE è il più importante e ambizioso progetto europeo che riguarda il lancio di vetture a celle a combustibile nelle regioni più innovative d’Europa. Cinque tra le maggiori case automobilistiche (Hyundai, Daimler, BMW, Toyota e Honda) fanno parte di questo programma. Lo scopo è di testare le auto in più situazioni possibili e di fornire alle regioni coinvolte il giusto know how in modo da renderle attive sul mercato dei veicoli a idrogeno nel 2016-2017.

In Alto Adige il progetto HyFive è curato dall’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche che coordina anche il Cluster South di cui sono membri le città di Monaco, Stoccarda, Innsbruck, Bolzano insieme a Daimler, BMW, Hyundai, Toyota, Linde, Wasser Tirol e OMV.

1 COMMENT

  1. L’idrogeno, a differenza di ciò che credeva Verne, non è una fonte primaria ma è un vettore energetico. Come si può pensare di usare l’idrogeno in alternativa alle fonti primarie quali i combustibili fossili? Un po’ lo si può ricavare dall’extra produzione del fotovoltaico o del vento se non vengono utilizzati in tempo reale. Altro si può ricavare dalle biomasse disponibili in eccesso (in Alto Adige hanno tanto legno). Basterà per quante vetture? E poi? coltiveremo i campi a idrogeno anzichè a mele o a grano? perchè se qualcuno pensa di usare energia elettrica per fare l’elettrolisi dall’acqua giova ricordare che il ciclo a batteria elettrica dei veicoli elettrici tradizionali è assai più efficiente del ciclo a cella a idrogeno. Una buona soluzione saranno veicoli ibridi, a batteria e a cella a idrogeno, ove quest’ultima servirà solo di rincalzo per le necessità che vanno oltre l’autonomia della batteria che resterà il vettore primario.

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