La ricarica rapida davvero accorcia la vita delle batterie della auto elettrica?

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photo credit: KF6OAK via photopin cc
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È uno dei quesiti più importanti che accompagnano la diffusione delle reti di ricarica rapida, con i loro Fast Chargers, nel mondo: se da una parte si abbattono i tempi rendendo l’auto elettrica più comoda da usare, è vero che lo stress da ricarica danneggia rapidamente le batterie?

Nel mondo delle auto elettriche il ciclo vitale dei pacchi batterie è questione molto tangibile, oggi risolta dalle Case automobilistiche ricorrente al leasing ed alla sostituzione, in media dopo alcuni anni.

Una ricerca pubblicata su Nature Journal sostiene adesso che il degradamento delle capacità di una batteria non dipenda da quanto rapidamente la si carica, quanto piuttosto dalla distribuzione della corrente fra gli elettrodi.

Condotta nei laboratori della Stanford University e dello Stanford Institute for Material Sciences (SIMES), la sperimentazione ha studiato il comportamento di un catodo realizzato in litio-ferro fosfato, una delle formulazioni più comuni per le batterie ad alte prestazioni nell’industria automotive.

Discriminante per la vita di un’accumulatore è la percentuale di nanoparticelle del catodo che assorbono e rilasciano gli ioni durante le fasi di carica e scarica: più alta è questa percentuale, meno la batteria si degrada rapidamente e viceversa.

Per verificarne il comportamento effettivo, i ricercatori hanno sottoposto le celle della batteria a ripetuti cicli di ricarica, con quantità diverse di energia di volta in volta, per poi smontarle ed esaminarle ai raggi X.

Quanto scoperto è che, a prescindere dalla velocità e dalla potenza della ricarica erogata, solo una piccola parte delle nanoparticelle dei catodi reagisce davvero e che la distribuzione degli ioni diviene più uniforme solo al di sopra di certe soglie.

L’osservazione sfata quindi l’idea che dall’uso dei caricatori rapidi DC, ad esempio, possa derivare un veloce degradamento della batteria della vostra auto elettrica: ciò che i ricercatori si augurano è che con l’esplorazione dei comportamenti della materia all’interno dei dispositivi di accumulo sia sempre più facile formulare chimiche efficienti.

Prossimi step della ricerca vedranno le celle agli ioni di litio-ferro fosfato sottoposte a migliaia di cicli di ricarica per simulare l’uso reale e l’analisi del loro comportamento ai raggi X mentre questi avvengono.

Intanto, potete utilizzare la ricarica rapida in tranquillità (quando riusciate a trovare una colonnina di questo tipo, chiaro).

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Nature Journal