Nissan, BMW e Tesla: una tecnologia di ricarica condivisa?

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BMW i8 - photo credit: Melissa Hincha-Ownby via photopin cc
BMW i8 - photo credit: Melissa Hincha-Ownby via photopin cc
BMW i8 – photo credit: Melissa Hincha-Ownby via photopin cc

Concorrenti ma al tempo stesso alleate: potrebbe essere questa la trama sotterranea che unirà Nissan, BMW e Tesla Motors, vale a dire due dei più grandi gruppi automobilistici del mondo e la più rampante novità del panorama a 4 ruote.

In realtà di segreto c’è ben poco: dopo che non più tardi della scorsa settimana i dirigenti del Marchio bavarese hanno incontrato i colleghi californiani per discutere come affermare la mobilità elettrica sui mercati internazionali, Nissan ha fatto sapere di voler partecipare a sua volta.

A porre l’attenzione sul singolare triumvirato dell’auto elettrica è il prestigioso Financial Times, che da per avvenuto un secondo incontro, questa volta assieme ai Giapponesi, con oggetto la tecnologia di ricarica dei veicoli elettrici.

Allo stato attuale dell’arte tutte e tre le Case utilizzano uno standard differente per il rifornimento rapido: BMW il CCS (SAE Combo negli USA), Nissan il CHAdeMO e Tesla la tecnologia proprietaria Supercharger.

Quest’ultima, lavorando a 135 kW, è la soluzione più potente delle tre (che raggiungono i 50 kW in corrente continua), con ripercussioni sui tempi di ricarica di conseguenza positivi.

Mettendo assieme i pezzi del puzzle, fatto delle dichiarazioni di apertura verso altre Case automobilistiche da parte del patron di Tesla riguardo l’utilizzo dei Superchargers, della pubblicazione dei brevetti tecnologici dell’azienda di Palo Alto e dei due incontri avvenuti con BMW e Nissan, si delinea uno scenario interessante.

Condividere i sistemi di ricarica, cercare una compatibilità fra gli standard e, probabilmente, usare le stesse batterie: in questo modo le 3 Case avrebbero modo di offrire auto dalle autonomie più alte – superando la famosa soglia dei 300 km – costituendo al contempo una seria autonomia di scala.

Non può essere dimenticato infatti che pochi mesi addietro Tesla Motors ha iniziato a lavorare a livello politico per trovare gli appoggi necessari a costruire la più grande fabbrica di batterie agli ioni di litio del mondo, necessaria a garantire a sé stessa la possibilità di crescere ma soprattutto a coalizzare più attori attorno al business dell’accumulo di energia.

Nella rete di collaborazioni ed alleanze di Elon Musk, il CEO di Tesla, sono oggi presenti Panasonic, Toyota e Daimler: a più riprese si è vociferato di un ingresso da parte di Apple e Samsung ma Nissan e BMW, sotto certi aspetti, appaiono nomi ben più realistici.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: FinancialTimes, AutoblogGreen