Non più case automobilistiche bensì compagnie di mobilità: la i3 plug-in è l’auto che segna il passo per BMW

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bmw i3

bmw i3Il nuovo responsabile BMW dello sviluppo prodotto Herbert Diess ha delineato una serie di interessanti prospettive sul futuro dell’automobilismo in un’intervista rilasciata ad AutoblogGreen.

BMW, con l’elaborazione del progetto “i” che culminerà con il lancio dell’omonima serie di vetture elettriche plug-in, ha affrontato una delle tematiche più importanti che riguardano le case automobilistiche.

Si tratta non soltanto del lancio di un prodotto “fuori dagli schemi” come l’auto elettrica ma di interpretare un nuovo ruolo nel mondo della mobilità: e questo non per sfizio ma perché sono le esigenze e le preferenze dei clienti stessi a chiederlo.

Oggi sempre più spesso le persone non vogliono sentirsi vincolate e si sta trasferendo la flessibilità d’uso e di possesso che già conosciamo per gli smartphone sulle automobili.

Una casa automobilistica produce una vettura, la vende ed il cliente spesso non ha intenzione di tenerla a vita, dice Diess nell’intervista. Allora è BMW che cambia mentalità, capendo che, oltre all’usuale clientela, ne esiste un’altra, in crescita, che magari desidera guidare una sua auto ma non necessariamente vuole portarsela a casa: vuole usarla per andare da qui a lì e poi sentirsi libera di cambiare mezzo di trasporto.

L’intermodalità fra mezzi di trasporto sta diventando predominante sul mercato ed anche per questa ragione è nata la serie i, con il compito di portare sul mercato non soltanto un’alternativa elettrica ma soprattutto per rivoluzionare l’approccio all’automobile stessa.

Qui viene l’intuizione che il produttore di automobili non debba più rappresentare semplicemente il fabbricante di macchine ma che debba invece trasformarsi in una “compagnia di mobilità, offrendo soluzioni più elastiche e personalizzabili.

Per questo motivo la i3 si presenterà sul mercato come un pacchetto di servizi che vanno dalla possibilità di sfruttare le energie rinnovabili alle app per telefoni e tablet, consentendo alla gente di gestire l’auto con l’immediatezza e l’accessibilità di informazioni che oggi può offrire uno smartphone, non un’auto.

BMW ha tratto molto dall’esperienza dei suoi test drive su strada, condotti anch’essi con un approccio più coinvolgente: diversi progetti pilota sono in corso in varie città del mondo, dove volontari hanno avuto uno dei modelli elettrici sviluppati da BMW (la Mini E e la ActiveE, di base una serie 3 berlina) in prova per diversi mesi, in modo da simularne in tutto e per tutto il possesso.

In questo modo l’azienda ha avuto ovviamente feedback positivi come negativi: i tester si sono potuti effettivamente rendere conto di quanto la guida in elettrico si addicesse loro o meno. L’idea di BMW non è mai stata quella di competere sulle lunghe distanze, per cui chi fa quel tipo di utilizzo dell’auto non si è trovato al meglio: ma da tutti gli altri si è capito che l’abitudine è di percorrere 40-50 km al giorno e che la preferenza è di avere sempre l’auto a piena carica ogni giorno, sebbene dopo i primi tempi tutti tendano a voler fare una ricarica ogni due giorni.

Informazioni utilissime per lo sviluppo della i3 che, come afferma Diess, è pensata per la città e per questo è elettrica, agile e leggera: da delle soddisfazioni nella guida urbana ma non vuole essere l’auto per i lunghi viaggi.

Soprattutto, vuole proporre ai suoi occupanti un’esperienza di guida nuova, più personale e flessibile ma anche divertente.

Ormai la BMW i3, con all’attivo un paio di centinaia di prototipi circolanti su strada, è prossima alla suo definitivo standard per la produzione di massa: dovremmo vederla entro la fine dell’anno, quindi, senza dover pazientare troppo, capiremo se la citycar elettrica darà il via alla “rivoluzione emozionale” dell’automobile ipotizzato dal brand tedesco.

Diess ha però messo, intanto, nero su bianco una visione della mobilità personale non poco innovativa e lungimirante, almeno a mio parere.

 

Andrea Lombardo

 

L’intervista originale in lingua inglese, rilasciata a Sebastian Blanco, è leggibile a questo link su AutoblogGreen.

 

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