Norvegia, gli incentivi per auto elettriche hanno i giorni contati

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Electric car sharing Oslo
Electric car sharing Oslo - photo credit: mariobox via photopin cc
Electric car sharing Oslo
Electric car sharing Oslo – photo credit: mariobox via photopin cc

Esenzioni dalle tasse automobilistiche, sconti sulla VAT – la tassa equivalente all’IVA – e nessun pedaggio, né per posteggi né per traghetti: tutto questo potrebbe avere una scadenza, anche in quell’Eldorado dei veicoli elettrici che è la Norvegia.

Sono 21,000 i veicoli elettrici oggi nel Paese, che conta appena 5 milioni di abitanti: quello che era iniziato negli anni ’90 come un fenomeno ristretto ad Oslo, popolata di simpatiche minicar sin da allora, si è propagato in tutta la nazione in maniera esplosiva nell’arco di due anni.

Ogni mese il mercato norvegese dell’auto vede acquistare 1,200 vetture a emissioni zero – il 10% dello share complessivo o, se preferite un’immagine più pittoresca, una nave carica di Nissan Leaf al mese – e che un modello tradizionale (si chiami pure VW Golf) venga messo alle spalle da Leaf e Tesla S non fa più notizia.

La Norvegia è dunque la nazione più ecologista d’Europa ed una delle prime del mondo in materia di trasporti? Dipende: che la diligenza civica sia diffusa nei Paesi nordici è risaputo ma la vera molla consisterebbe nel più antico dio denaro.

In Norvegia, al quarto posto mondiale per ricchezza grazie allo sfruttamento delle riserve petrolifere e di gas naturale sottomarine, acquistare un’EV è diventato estremamente conveniente. Con circa 6,000 euro di incentivo statale (installazione della ricarica domestica inclusa), si può portare a casa una Nissan Leaf, berlina 4 porte, a 32,200 euro contro i 35,800 euro di una Golf.

Se poi si guarda al costo d’esercizio su 10mila km, l’elettrica presenta un conto da 214 euro, decisamente inferiore ai 954 euro della collega a benzina.

I dati sono snocciolati al britannico The Guardian da Snorre Sletvold, presidente dell’Electric Vehicle Association norvegese.

Dalle parole di Sletvold emerge dunque che sono la convenienza e le agevolazioni su strada, come il poter viaggiare sulle corsie preferenziali dei mezzi pubblici (le auto elettriche sono ad Oslo il 75% dei veicoli che godono del privilegio) e non pagare il parcheggio, ad aver spinto i Norvegesi ad acquistare tanti EV.

Inoltre, “Le famiglie norvegesi sono benestanti e possono permettersi due auto, una tradizionale ed una elettrica”.

Ora che però il ritmo di vendita fa apparire il traguardo dei 50mila EV immatricolati raggiungibile entro breve nel Paese nordico, il governo potrebbe staccare la spina agli incentivi.

La soglia delle cinquantamila auto elettriche o la data del 2018: quale che arrivi per prima, potrebbe segnare la fine degli incentivi” dice Sletvold.

Così, mentre a fine Febbraio ci si aspetta di contare 1 auto elettrica ogni 100 circolanti tra i fiordi norvegesi, la “pacchia” potrebbe finire. Il che non vuole dire automaticamente che il mercato degli EV si azzeri ma che subisca una battuta d’arresto temporanea sì: gli Scandinavi hanno pur sempre interesse a coltivare la mobilità pulita, avendo grandi risorse idroelettriche, perciò pulite, che le permettono di destinare all’export tutti carburanti fossili estratti dal mare del Nord.

Devono fare i conti piuttosto con altri problemi, come l’impossibilità di trovare punti di ricarica pubblici e parcheggi liberi per i veicoli elettrici, diventati troppi in rapporto all’infrastruttura (di tutto rispetto, per altro). Anche le corsie dei mezzi pubblici sono eccessivamente affollate e per il governo pare sia giunto il momento di riordinare un po’ le cose.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: The Guardian

 

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