Parenti “elettrici”

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APERTURAMoglie, marito, due figlie. Si muovono in città e nei dintorni a bordo di praticissimi mezzi a zero emissioni. Farne a meno è ormai impossibile. Anche in vacanza

In un tranquillo angolo della Brianza vive una famiglia che ha compiuto una piccola e silenziosissima rivoluzione. Due genitori, due figlie, un gatto. Ma soprattutto tre veicoli elettrici: due Birò, una Zero. Media aritmetica: 0.75 a testa, del tutto in linea con l’utilizzo che Giorgio, Antonella, Giulia e Greta Minetto ne fanno da circa quattro anni.

Così la storia ebbe inizio…

Giorgio, imprenditore edile che lavora a Milano, è sempre attratto dalle cose nuove. Passeggiando per le vie di New York, nel 2003, guardò le vetrine di un noto megastore sportivo. L’esposizione dedicata al golf l’affascinò al punto da indurlo a procurarsi tutto l’occorrente per giocare, dal set di mazze all’abbigliamento. Nel giro di pochi mesi la sua nuova passione avrebbe contagiato il resto della truppa. «Oggi sono il peggior giocatore di casa. Antonella è molto più brava di me, le ragazze sono delle campionesse». La presenza di kart elettrici sui campi non giustifica, da sola, il parallelo con l’arte di Tiger Woods. Piuttosto, è la dinamica di fondo che ha permesso che tutto ciò accadesse, a cambiare le cose.

.. e si ripetè

Nel 2009, sfogliando una rivista, il capofamiglia si imbattè in un articolo che parlava di un veicolo elettrico. La curiosità ebbe la meglio anche questa volta. «Si trattava di un Birò della Estrima. Mi recai direttamente presso la sede e in 10 minuti l’acquistai. In principio lo ritenevo adatto soprattutto ai giovani. Quindi realizzai che il target di riferimento, almeno a Milano, fosse quello dei professionisti, anche di 40 o 50 anni. In breve tempo, da acquirente ne diventai anche rivenditore». A cascata, cominciarono a utilizzarlo le donne di casa. Piccolo retroscena: il primo mezzo elettrico di famiglia fu in realtà una bici elettrica acquistata in una fiera. Dotata di un acceleratore stile-ciclomotore, svolge ancora il suo decoroso compito nella seconda casa in Sardegna, dove è parcheggiata.

Come si cambia

Intanto Giorgio ha venduto il suo SUV a benzina, mantenendo comunque una Volvo station wagon per i grandi spostamenti. Ogni giorno si reca a Milano in treno dove, alla stazione di Porta Garibaldi, l’attende un Birò destinato all’attività lavorativa. Giulia, invece, è stata la prima a familiarizzare con questo piccolo mezzo. Compiuti i 16 anni, ha quindi ricevuto in regalo una Tazzari Zero. Greta ha beneficiato della “promozione” della sorella, ereditandone la precedente dotazione motoristica. «Raggiungere Milano in auto o in Birò richiede circa lo stesso tempo, col vantaggio di non inquinare e di risparmiare il costo del carburante», spiega Minetto.

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