Possono le batterie usate essere riciclate a fini domestici?

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La risposta è sì. Intanto mettiamo a fuoco l’oggetto di cui stiamo parlando: le batterie dismesse dalle automobili elettriche. Queste infatti, quando giungono alla fine della loro utilità per un veicolo non sono affatto al termine della loro vita potenziale: anzi, sono state sfruttate per un 30% circa delle loro capacità.

Contemporaneamente siamo entrati in un’epoca che rende giorno dopo giorno evidente la nostra dipendenza dalle forme di energia, quali che esse siano. Ed allora immagazzinare energia elettrica è un’esigenza che, se non appare come un urgenza, è forse solo per questioni di tempo. Occorre ottimizzare la disponibilità di energia ed è necessario farlo riducendone l’impatto ambientale.

In quest’ottica il riuso delle batterie usate nell’automobilismo a zero emissioni ha una prospettiva interessante: ABB, azienda che non ha bisogno di molte presentazioni, ha cominciato dal 2011 a sperimentare l’impiego di batterie usate di Chevrolet Volt, modello elettrico di General Motors commercializzato in Europa sotto il marchio Opel Ampera.

Allora era stato dimostrato che l’operazione è possibile: la batteria della Volt può raccogliere energia che serva come supplemento alle forniture per case o attività commerciali.

Adesso si sono fatti passi avanti ed una dimostrazione pratica ha visto l’utilizzo di 5 batterie riciclate dalle Volt di Chevrolet con un inverter ABB per fornire energia elettrica per due ore ad un gruppo di case americane di media dimensione, da un minimo di tre ad un massimo di cinque.

La dimostrazione è avvenuta sul campo, facendo funzionare il sistema di accumulazione in “remote power back-up”, ossia immagazzinando energia in remoto rispetto alla rete elettrica, sfruttando poi per il servizio esclusivamente energia proveniente dalle batterie usate grazie all’ABB Energy Storage Inverter. La cornice per questa dimostrazione è stata l’Electrification Experience di GM a San Francisco.

Il prototipo è un’unità in grado di fornire 25 kW di potenza e 50 kWh di energia, sufficienti a far funzionareoff-grid”, fuori dalla rete di fornitura elettrica, tutte gli impianti di illuminazione o elettrodomestici delle abitazioni coinvolte.

Una delle principali fornitrici di servizi elettrici degli States, la Duke Energy, testerà il prototipo ABB-GM nella sua rete di distribuzione: questo servirà a capire se si tratta di una strada percorribile economicamente per implementare e migliorare la qualità della disponibilità di energia per abitazioni ed attività diverse, sgravandone anche i costi. Una prospettiva potrebbe essere quella di lavorare integratamente con sistemi fotovoltaici o eolici per provvedere all’autosufficienza di edifici di piccole proporzioni.

 

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