Ripartono gli eco incentivi: cosa è cambiato?

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Incentivi auto elettriche

Con la firma del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi e la relativa registrazione da parte della Corte dei Conti, il decreto che sancisce l’avvio dal prossimo 6 maggio degli incentivi 2014 per l’acquisto di veicoli a basse emissioni complessive (BEC) diventa operativo.

Si tratta dell’attuazione per il corrente anno di quanto disposto dal DL 83/2012, convertito con modifiche dalla legge 134/2012, già noto come “Misure urgenti per la crescita del Paese”, che destina specifiche risorse nel triennio 2013-2015 per agevolare la diffusione di mezzi a basse missioni di CO2 o dotati di sistemi di alimentazione alternativa quali le auto elettriche, ibride, a metano, GPL, idrogeno, biometano, biocombustibili.

Due le novità che si evidenziano ad una prima lettura: l’entità del nuovo stanziamento e la diversa ripartizione delle risorse, rispetto al recente passato, tra i potenziali aventi diritto

Per il 2014 infatti alla quota prevista dal decreto originario di 31,3 milioni di euro è stato aggiunto il residuo non utilizzato nell’anno scorso pari a 32,1 milioni che portano il totale del fondo disponibile a 63,4 milioni di euro, una cifra decisamente superiore alle aspettative.

Una ulteriore sorpresa giunge dalla ripartizione delle risorse di tale fondo che, prendendo atto che nel 2013 la quota destinata ai privati era risultata insufficiente rispetto alle richieste del mercato, oggi limita al 50% lo stanziamento per le imprese e riserva 31,7 milioni di euro ai privati contro i 4,5 dell’anno scorso. In particolare la suddivisione delle risorse prevista anche in base ai limiti di emissione è la seguente:

– 15% (9,51 milioni di euro ) per l’acquisto da parte di privati e non di veicoli con emissioni di CO2 fino a 50 g/km (essenzialmente elettriche) senza obbligo di rottamazione

– 35% (22,19 milioni di euro) per l’acquisto da parte di privati e non di veicoli con emissioni di CO2 fino a 95 g/km (per la maggior parte ibride) senza obbligo di rottamazione

– 50% (31,7 milioni di euro) per l’acquisto di veicoli con emissioni di CO2 fino a 120 g/km destinati all’uso di terzi o utilizzati nell’esercizio di imprese, arti e professioni ed impiegati esclusivamente come beni strumentali. In questo caso è inoltre necessaria la rottamazione di un veicolo di analoga categoria di almeno 10 anni di anzianità, posseduto da un minimo di 12 mesi.

L’entità dell’incentivo, ripartito in parti uguali tra venditore e Stato, è pari al 20% del prezzo d’acquisto, iva e tasse escluse, con i seguenti limiti:

5000 euro per veicoli con emissioni di CO2 fino a 50 g/km

4000 euro per veicoli con emissioni di CO2 fino a 95 g/km

2000 euro per veicoli con emissioni di CO2 fino a 120 g/km

Possono accedere agli incentivi tutte le categorie di veicoli sia auto che motocicli, quadricicli e veicoli commerciali leggeri. Ne sono escluse le auto a Km zero in quanto già immatricolate e quindi non considerabili come “nuove” e le bici a pedalata assistita poiché non classificate “veicolo” ma bicicletta.

La metodologia di richiesta non è dissimile a quella dell’anno scorso e prevede la registrazione del venditore sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico ( www.bec.mise.gov.it ) per effettuare la prenotazione e quindi poter disporre del bonus da scontare al cliente.

Come detto l’avvio è fissato per il 6 maggio mentre già cominciano a diffondersi le critiche al provvedimento che vanno dal timore che la quota riservata ai privati sia modesta anche se notevolmente superiore a quella dell’anno scorso, all’esclusione dalle agevolazioni di tutte le auto a benzina o diesel e quindi che il decreto sia destinato a non incidere sull’attuale trend negativo del settore. Penalizzate appaiono anche le bici a pedalata assistita che, se incentivate, avrebbero potuto meglio esprimere le loro grandi potenzialità sul mercato e favorito l’ingresso di prodotti a più alto livello qualitativo.

Veicoli elettrici ed ibridi recitano la parte del leone ma è già polemica sull’opportunità di incentivare un comparto fortemente limitato dalla mancanza di infrastrutture e da un offerta ancora piuttosto circoscritta.

Troppo restrittivo e macchinoso appare infine il sistema di agevolazioni per le imprese condizionato dalla necessità di rottamare veicoli con almeno dieci anni di vita e che ricalca lo schema fallito già l’anno scorso e culminato nella rinuncia della quasi totalità delle imprese interessate.

 

GiLo

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