Sono 64.000 le colonnine di ricarica installate nel mondo

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Courtesy of RePower
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Addio all’ansia da autonomia limitata dei veicoli elettrici. Il network delle colonnine di ricarica nel mondo è in costante aumento e, ad oggi, ammonta a 64 mila unità. Lo dice l’ultimo report di Navigant Research, organismo di ricerca nel settore delle tecnologie e dell’innovazione nel campo dell’energia e della mobilità.

Secondo uno studio dell’istituto, infatti, il numero delle colonnine di ricarica installate è in crescita nonostante il rallentamento degli investimenti pubblici.

Ad aiutare questo processo di sviluppo sono le aziende produttrici di auto che hanno deciso di installare le proprie colonnine, almeno nelle principali città.

Le parole di Scott Shepard, autore della ricerca, analizzano i dati emersi e delineano le linee guida del futuro: Mentre gli investimenti pubblici in infrastrutture di ricarica sono in declino, le nuove aziende che sono emerse nelle prime fasi del mercato e difendevano le varie tecnologie e modelli di business stanno iniziando a consolidare e standardizzare… Il settore privato deve ora concentrarsi sul finanziamento di installazioni di infrastrutture per consentire al mercato di continuare a crescere rapidamente».

Viene meno in questo modo una delle cause frenanti la diffusione dei veicoli elettrici. Se è, infatti, vero che la stragrande maggioranza di auto elettriche viene ricaricata in casa durante la sosta notturna, è anche vero che la diffusione di questo tipo di tecnologia è direttamente proporzionale allo sviluppo delle infrastrutture di ricarica.

Lo hanno ben capito aziende come Nissan e Renault, che hanno cominciato a “fare da sè”, installando una propria rete di colonnine di ricarica, confermandosi così pioniere nella ricerca di soluzioni di mobilità a zero emissioni.

Per quanto riguarda l’Italia, ricordiamo l’accordo tra le aziende sopra citate ed Eni per l’inserimento di infrastrutture di ricarica all’interno delle aree di servizio. Un’iniziativa che va a risolvere il limite dell’autonomia sulle lunghe percorrenze e nelle aree urbane, garantendo così agli automobilisti la certezza di non rimanere mai “a secco”.

 

Fonte: Navigant Research