Standard di ricarica rapida, il Parlamento Europeo scarica CHAdeMO in favore di SAE

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photo credit: Toyota Motor Europe via photopin cc
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Durante lo scorso agosto un ulteriore scarto avanti nella lotta per l’affermazione di uno standard di ricarica in Europa è stato compiuto: il Parlamento Europeo ha infatti proposto di supportare i connettori di ricarica del consorzio CHAdeMO solo fino alla fine del 2018, lasciando intendere che dopo tale data si spiani la strada per l’adozione del solo connettore brevettato dalla SAE.

I connettori oggetto della disputa sono quelli utilizzati dalle stazioni di ricarica rapida in corrente continua (DC fast chargers), i primi dei quali sono stati introdotti con lo standard del consorzio giapponese CHAdeMO cui fanno capo Toyota, Nissan, Mitsubishi, Fuji Heavy Industries e Tokyo Electric Power. Attualmente è lo standard dominante in Giappone, una delle nazioni con il più alto numero di punti di ricarica per EV, mentre circa 650 sono le colonnine rapide di questo tipo nella Comunità europea: altre 1,000 unità sono previste in installazione entro la fine del 2013.

La ricarica in corrente continua è quella deputata, per via della rapidità che è in grado di offrire, a costituire il vero passepartout per la competitività delle auto elettriche: una ricarica rapida in DC varia normalmente tra i 75 minuti ed i 20 a seconda del voltaggio supportato e dalle dimensioni della batteria da rifornire (le escursioni attuali sul mercato vanno dai 150 km ai 400 km di autonomia).

Malgrado l’anzianità, il consorzio CHAdeMO è stato scavalcato nelle preferenze europee e statunitensi dallo standard SAE Combo, sostenuto nel Vecchio Continente da Audi, Daimler, BMW, Porsche e Volkswagen con l’aggiunta di Chrysler, Ford e General Motors che già lo usano per i propri modelli elettrici.

Dal Parlamento Europeo è giunta voce che il supporto ad entrambe gli standard verrà garantito per consentire l’affiancamento di SAE a CHAdeMO per poi concludersi entro una data certa: quella data che dovrà segnare il passaggio all’adozione univoca di un solo standard per tutti.

Delle proprietà del connettore SAE avevamo parlato all’epoca del suo brevetto nel 2012, mentre era già esplicito da mesi che le aziende europee ed americane fossero intenzionate a mandare in pensione CHAdeMO: General Motors e BMW hanno già cooperato adottando lo standard SAE Combo in DC per le BMW i3 e Chevrolet Spark EV, affermando che la condivisione dei software ed hardware SAE da parte dell’industria accelererà notevolmente anche lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica.

I test BMW e GM avevano coinvolto i costruttori di colonnine di ricarica ABB, Aker Wade, Eaton ed IES, ossia tra i maggiori attivi in Europa (vedasi ABB ed i progetti Olandesi, Danesi ed Estoni).

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Environmental Leader

 

5 COMMENTS

  1. Il non supporto del sistema Chademo da parte dell’Europa non significa automaticamente la sua scomparsa dopo il 2018. Il Chademo continuerà ad esistere finchè saranno in circolazione le vetture che lo utilizzano. Tutto è nelle mani di Nissan. Del resto sono già in commercio le stazioni di ricarica multistandard in grado di ricaricare indifferentemente Chademo e CCS/SAE/Combo, decisamente più convenienti delle stazioni di ricarica separate.

    • Certo, giusta precisazione. Un ruolo importante sarà giocato anche dall’adozione di stazioni di ricarica multistandard da parte dei gestori dei network di ricarica, i quali, quando coincidono con i gestori nazionali di energia, spesso hanno accordi con l’industria automobilistica (vedi Enel-Renault). Questo chiaramente può ascrivere il tutto a strategie di mercato a favore dell’uno o dell’altro fronte, com’è naturale che sia.

      Grazie Carlo
      Ciao

  2. Prego! Nel caso di Enel-Renault il sistema veloce adottato è il “fast AC”, cioé caricabatteria a bordo del veicolo. In pratica esclusivo di Renault ZOE (gli altri veicoli, in AC arrivano a 3, 6,… max 22 kW). Enel pubblicizza questo sistema come qualcosa di molto innovativo, in realtà è molto discusso ma ha l’innegabile vantaggio di costare molto poco. In un paese come l’Italia in cui si investe quasi nulla nella ricarica veloce potrebbe fare la differenza.

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