Traffico aereo, l’Europa studia come ridurre le emissioni inquinanti: Airbus testa le Fuel Cells

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photo credit: NguyenDai via photopin cc
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Quando si parla di inquinamento atmosferico e trasporti il pensiero va subito alle quattro ruote, tralasciando invece un altro grande responsabile: il traffico aereo.

Alzando lo sguardo al cielo senza pregiudizi parascientifici – niente scie chimiche nel mirino, insomma – non è difficile notare l’intreccio di collegamenti aerei che 24 ore su 24 solcano la volta celeste, un traffico che negli ultimi anni è andato crescendo e che, secondo l’Unione Europea, triplicherà da qui al 2050.

Contestuamente aumenteranno anche le emissioni di diossido di carbonio e di protossido di azoto, queste sì, finite nel mirino della UE.

Il programma di studi CleanSky 2 darà infatti corpo alle ricerche già avviate nella prima edizione (CleanSky) promosso dall’Unione Europea con la partecipazione di svariati enti pubblici e privati, molti dei quali appartenenti al mondo dell’industria aerospaziale.

Su tutti i 600 partner spicca il nome di Airbus, uno dei leader indiscussi dell’aeronautica: le ricerche, che vanno dalle soluzioni strutturali allo studio di nuovi sistemi di propulsione, hanno come obiettivo un abbattimento delle emissioni inquinanti globali del settore del 25-30%.

Airbus, in particolare, pare dare spazio all’ipotesi che le Fuel Cells, ergo l’alimentazione ad idrogeno, siano la strada giusta da percorrere per gli aerei di linea: dopo che nel 2012 la compagnia ha mostrato il suo Multifunctional Fuel Cell al Berlin Air Show, la sperimentazione sta proseguendo in collaborazione con il Centro Aerospaziale sudafricano, assieme al quale Airbus finanzia anche le ricerche di Hydrogen South Africa.

Secondo il costruttore di velivoli le Fuel Cells sono candidabili a sostituire le cosiddette APU, ossia le unità di potenza ausiliarie che generano elettricità di servizio per le apparecchiature di bordo.

Oltre a ridurre la produzione di agenti atmosferici inquinanti, le celle a combustibile alimentate ad idrogeno avrebbero un impatto positivo anche sul peso degli aeromobili e sui costi di manutenzione. In aggiunta, il sistema potrebbe produrre anche acqua utilizzabile per alcuni servizi a bordo (il vapore acqueo è l’unico scarto derivato dalla propulsione a idrogeno) nonché generare gas “inerti” utili in caso di incendio nelle stive.

Attualmente Airbus si sta concentrando sulla longevità delle Fuel Cells in contesto aeronautico, mentre i primi test su di un aereo di linea sono previsti nell’arco dei prossimi due anni.

Per quanto riguarda il passaggio ad altre forme di propulsione, come quella elettrica, la strada è invece ancora lunga: un punto della situazione potete trovarlo qui.

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: SAE International