Una Mazda 2 elettrica con motore rotativo Wankel per range extender: pazza idea?

I Giapponesi rispolverano il propulsore rotativo in modo inedito e l’auto elettrica potrebbe essere più vicina alla produzione di quanto sembri
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Mazda 2
Mazda 2 - photo credit: cheekyspanky via photopin cc
Mazda 2
Mazda 2 – photo credit: cheekyspanky via photopin cc

I motori rotativi Wankel a pistone unico potrebbero tornare a pulsare sotto la carrozzeria di una Mazda: questa volta, però, sotto quella di un’elettrica, la Mazda 2 EREV.

La Casa giapponese, non annoverabile fra i colossi dell’auto e globalmente nota in gran parte per il successo della sua due posti, la Mx-5 Miata, è stata anche l’ultima a produrre in serie auto con motori rotativi derivati dal tipo Wankel, ossia ad unico pistone che ruota attorno ad un asse. Questa categoria di motori, nata alla fine degli anni ’50, ha dalla sua l’impiego di minori componenti, maggior leggerezza, minori emissioni inquinanti e maggior potenza a parità di cilindrata con un motore tradizionale. Tuttavia, ha anche degli svantaggi che hanno portato l’industria a preferire altre strade: Mazda, con il doppio rotore Renesis montato sulla RX-8, è stata l’ultima a portarne avanti l’evoluzione.

Adesso i motori rotativi potrebbero tornare in produzione: non per fornire alte potenze bensì per fungere da efficienti range extender nella Mazda 2 elettrica.

Mazda ha prodotto già diversi esemplari della sua compatta, che normalmente è dotata di motore 1.5/1.3 benzina 4 cilindri, equipaggiandola con un motore elettrico anteriore da 100 cv assistito da un proprulsore rotativo da 330 cc posteriore.

Con un serbatoio di appena 8.7 litri di capacità ed una potenza di 29 cv, il motore rotativo porta l’autonomia complessiva della Mazda 2 elettrica a oltre 480 km, per il momento stimati secondo il ciclo di omologazione giapponese, principalmente urbano.

Stando a quanto riportato da Auto Express e Drive, giornali che hanno potuto provarla in terra asiatica, la Mazda 2 elettrica sarebbe estremamente silenziosa ed il range extender rotativo quasi inavvertibile. Mazda dichiara inoltre consumi minimi ed emissioni di CO2 contenute entro i 13 g/km: il prototipo sembra voler competere con la BMW i3 nella nuova categoria dei BEVx.

Per la verità anche Audi ha mostrato in precedenza un range extender rotativo sul suo concept A1 e-Tron. Quello che lascia perplessi è la possibilità di vedere la Mazda 2 elettrica range extended in produzione: se già le auto elettriche per i bassi numeri del mercato pongono limiti di costi alle aziende dovuti alla mancata economia di scala, i mototi rotativi non sono da meno; e Mazda, per di più, non è un gigante dell’industria delle quattro ruote e non gode di alleanze strategiche per ripartire i costi di sviluppo.

I Giapponesi sono ingegnosi, però: data l’efficienza del piccolo propulsore/generatore, Mazda pensa di costruirlo per applicazioni diverse dall’automobilismo e di allargare quindi il ventaglio dei settori nei quali venderlo. In questo modo potrebbe renderne la produzione sostenibile e permettersi così la costruzione di una Mazda 2 con range exteder rotativo.

Una follia o un’idea geniale?

 

 

Andrea Lombardo

Fonti: AutoExpress, Drive