Uno studio accademico racconta la nascita della Chevrolet Volt EREV

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photo credit: NRMA New Cars via photopin cc
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L’idea di scrivere un documento che analizzi lo sviluppo dell’auto elettrica range extended è venuta ad un professore americano che di nome fa Dariush Rafinejad con l’intento di farne un case history da sottoporre ai suoi studenti.

Ventinove pagine costituiscono il documento per il quale Rafinejad, della Presidio Graduate School, ha speso un anno in interviste ai protagonisti del progetto in General Motors. I due aspetti interessanti sono la narrazione dei perché e dei come la Volt elettrica extended range sia stata costruita, per i più nozionisti, e l’idea che questa storia possa mostrare agli studenti di economia che una grande impresa può distinguersi sviluppando progetti innovativi e sostenibili.

Di per sé, la storia della Volt (divenuta Ampera in Europa) parla di una concorrenza fra Toyota e General Motors a colpi di veicoli innovativi e dell’intenzione di realizzare un’auto elettrica per le masse.

Senza entrare nel dettaglio, per il quale c’è lo scritto del professore, tutto ebbe inizio nei primi anni ’90 con la EV1 di GM, auto elettrica entrata nel mito per gli appassionati. Fu infatti in risposta a quel primo veicolo a zero emissioni che Toyota sfornò la Prius ibrida, spingendo General Motors a replicare ancora su campo della ricerca tecnologica.

Lo sviluppo della Volt riprese le fila del lavoro svolto per la EV1, ripescando quello che era uno stratagemma pratico per svolgere test su strada particolarmente lunghi, ossia far seguire l’auto elettrica dalla limitata autonomia da un generatore, nell’idea vincente per il powertrain della nuova auto. Così, secondo quanto raccolto da Rafinejad, sarebbe nata l’architettura elettrica con range extender della Volt.

Le motivazioni che hanno portato GM ad investire nello sviluppo dell’auto sono poi state dettate dalla necessità di mettere a punto tecnologie efficienti e competitive come quelle delle batterie e dei sistemi di ricarica in modo non soltanto da poter immettere a breve un modello sul mercato ma anche per gettare le basi dei futuri EV del Marchio.

Le vendite hanno poi dato ragione a GM che, negli States almeno, hanno raccolto ottimi numeri per le Volt EREV, probabilmente anche grazie ad un prezzo sensibilmente più basso rispetto a quello della Ampera commercializzata da Opel in Europa.

Se poi foste interessati a scoprire di più sulla genesi della Chevrolet Volt, sicuramente una delle più innovative della storia recente dell’automobile, potete leggere il documento (solo in inglese) del professor Rafinejad.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: GreenCarReports, Presidio EDU