USA, la rivoluzione elettrica della mobilità è nelle mani dei grandi operatori dell’energia

2860
photo credit: Chris Hunkeler via photopin cc
photo credit: Chris Hunkeler via photopin cc
photo credit: Chris Hunkeler via photopin cc

La politica anti gas serra promossa dal presidente Obama è giunta ad un passaggio decisivo, fin storico visti gli attori coinvolti – quella Cina prima sempre refrattaria ad intavolare discussioni sul clima – proprio quando in patria le elezioni di midterm si ritorcevano contro il suo promotore. Negli U.S. Obama punta a dimezzare la produzione di gas serra nell’arco della decade futura continuando a puntare su energie rinnovabili, facendo divenire il gas naturale sempre più centrale nel sistema energetico nazionale e stimolando quest’ultimo a massimizzare la propria efficienza.

Manca un tassello, per il quale sono state poste parzialmente le basi e che, secondo i dirigenti di alcune delle più influenti società operatrici dell’energia nel Paese a stelle e strisce, passa necessariamente dalle loro mani: la mobilità elettrica.

Far crescere l’utilizzo di veicoli elettrici, in un mercato in cui l’energia diventa sempre più pulita, aiuta a decurtare le emissioni, aprendo allo stesso tempo la porta dello sviluppo tecnologico per la nazione.

Forti del ruolo che rivestono, gli operatori del settore energetico sono i primi che possono intervenire sulla qualità ambientale dell’elettricità, sulla riduzione degli sprechi e sull’adozione di tecnologie che siano all’avanguardia: in particolare, sono loro che possono generare quel terreno fertile necessario per una loro diffusione nel mondo reale.

Nel blog ospitato sul giornale TheHill sono il CEO di Pacific Gas and Electric Company ed il presidente di Portland General Electric nonché co-chairman della task force sui trasporti elettrici dell’Electric Edison Institute a parlarne.

Dal loro punto di vista, la mobilità elettrica è descritta come una enorme opportunità di crescita, non solo per l’economia o l’ambiente ma per la qualità di vita dei cittadini.

Un esempio è dato da quelle società che già oggi hanno deciso di servirsi di camion e pick up elettrici o ibridi plug-in al posto dei consueti mezzi diesel o benzina: questi veicoli permettono di compiere operazioni prima impensabili, come il ripristino di guasti senza lasciare al buio le aree interessate. Sono gli stessi camion, con le loro batterie, a sopperire momentaneamente all’assenza di corrente per interi isolati mentre le squadre di operai risolvono il problema sulla rete: tutto questo con grande risparmio di CO2 rispetto ai tradizionali generatori a gasolio.

Un beneficio per gli utenti e per le aziende elettriche, che grazie a questi veicoli risparmiano anche in manutenzione e tagliano il proprio impatto ambientale ma, soprattutto, contribuiscono a svilupparne la tecnologia.

Meglio, contribuiscono a svilupparne la viabilità sul mercato: per gli USA camion leggeri e pick up rappresentano la prima forma di mezzo da lavoro e, nel caso dei secondi, il genere di veicolo più apprezzato dagli Americani. Far attecchire significativamente la mobilità elettrica non può, in suolo statunitense, prescindere da questa categoria delle quattro ruote: quando si venderanno pick up elettrici vorrà dire che l’America crederà definitivamente nelle auto con la spina.

Una parte dell’industria elettrica americana è convinta di poter (e dover) giocare un ruolo da leader nel trascinare la diffusione della mobilità elettrica, continuando ad innovare sé stessa e spingendo l’innovazione a penetrare nel mondo reale.

La dimostrazione è data da quelle realtà in cui sono stati effettuati interventi tangibili, come l’Oregon, dove l’Interstate 5, principale arteria che attraversa lo Stato, è ora conosciuta come The Oregon Electric Highway grazie ad un dislocamento di stazioni di ricarica rapida lungo il suo asse: contando in totale più di 900 colonnine in tutto lo Stato, l’Oregon sta divenendo il secondo miglior mercato per le auto elettriche dopo la storica California.

Per spingere in avanti il processo è necessaria una sinergia tra settori industriali e normativi: intanto, l’Edison Electric Institute ha annunciato alla Casa Bianca un investimento di 50 milioni di dollari da parte di 70 delle maggiori utilities proprio sulla mobilità elettrica, assieme ad un programma educativo rivolto ad incoraggiare i membri delle società ad entrare nella Workplace Charging Challenge del Dipartimento dell’Energia statunitense.

L’elettrificazione dei trasporti su vasta scala è quindi considerata un’opportunità importante per cambiare il futuro energetico ed ambientale dell’America: perché non dovrebbe esserlo anche per l’Europa e per l’Italia?

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: TheHill