Volvo accelera i tempi di ricarica

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Uno dei problemi più duri da superare per la mobilità elettrica è quello dell’autonomia dei veicoli e dei loro tempi di ricarica. Infatti l’opinione pubblica è restìa ad affidarsi a mezzi che pensa poco elastici nel rifornimento – bisogna trovare la stazione di ricarica, dotarsi di un impianto domestico adeguato e, soprattutto, aspettare ben più che per un pieno di benzina – e troppo vincolati al consumarsi del range di chilometri a disposizione con un pieno. Ma, come è naturale che sia, si stanno facendo rapidamente dei progressi per abbattere questa realtà e costruirne un’altra.

Volvo ha dichiarato di essere pronta a testare sulle sue C30 Electric un nuovo sistema di ricarica rapida che taglierebbe notevolmente i tempi sia per fare il cosiddetto “pieno” che per un rifornimento che estenda l’autonomia del veicolo di un ottantina di chilometri.

Si tratta di un dispositivo caricabatterie tri-fase da 22 kW, primo al mondo in grado di operare in tale regime di corrente e di dimensioni tali da essere integrato in un autoveicolo. Esso offre al consumatore la possibilità di sfruttarne appieno i 32A di potenza in uscita da una rete che li supporti, portando i tempi di una ricarica completa ad un’ora e mezza e quelli per avere 80 km di autonomia a mezz’ora, come di collegarsi ad una presa di rete domestica a 230V, tornando sui più lenti traguardi di 8-10 ore per il pieno, anche a seconda del flusso di corrente erogata.

Chiaramente il vantaggio è sotto gli occhi di tutti: con un’autonomia media dei modelli attualmente in commercio che si aggira sui 150 km, un’attesa di almeno 10 ore per ricaricare le batterie taglia le gambe a molti buoni propositi. È vero che, pianificando lunghi spostamenti, si possono far coincidere le ore di sosta con quelle di riposo del conducente ma la realtà quotidiana può imporre la necessità di coprire spostamenti ben maggiori nell’arco delle 24 ore; allo stesso modo ricaricare poco per volta ha senso se corrisponde a degli stop-and-go effettivamente brevi.

Quindi, pensare di aumentare la propria autonomia di 80 km con una sosta di mezz’ora è più che plausibile e pratico nell’arco di lunghi spostamenti, mentre la totale autonomia copre le necessità giornaliere di chi usa la vettura prevalentemente in città; durante le ore di lavoro in ufficio o le soste in centri commerciali, senza contare quelle di riposo a casa, un’ora e mezza per riavere la massima disponibilità di chilometri è un tempo di attesa assimilabile ad altre attività. La chiave di volta starà, sempre di più, nella capillarità della rete di distribuzione.

 

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