100,000 Nissan Leaf: elettrica per tutti, dai monaci ai medici

2522
Il monaco buddista giapponese Wasei Hirai, primo proprietario di una Nissan Leaf
Il monaco buddista giapponese Wasei Hirai, primo proprietario di una Nissan Leaf
Il monaco buddista giapponese Wasei Hirai, primo proprietario di una Nissan Leaf
Il monaco buddista giapponese Wasei Hirai, primo proprietario di una Nissan Leaf

A tre anni dal suo lancio, in 100000 hanno scelto l’auto elettrica giapponese: ma chi è il compratore ideale di una Nissan Leaf?

Sulle auto elettriche se ne sono dette e se dicono di tutti i colori, per cui, alla fine, ciò che parla maggiormente sono i fatti. Un dato curioso e, per quelle che sono le convinzioni sugli Electric Vehicles, abbastanza controtendenza, emerge dalle storie legate alle varie Nissan Leaf in circolazione.

Mentre infatti non viene ignorato il segmento di lusso delle auto elettriche, nel quale Tesla Motors la fa da padrona ma dove, giocoforza, il luogo comune che un veicolo, se è elettrico, debba costare una fortuna non viene smentito, è assai più ignorato quello delle vetture “normali”.

Sono proprio le auto elettriche di fascia media ad essere costantemente in crescita, come dimostrano i raddoppi delle vendite (su scale diverse, è chiaro) negli USA e in Europa: non si tratta di auto da milionari e a dimostrarlo sono gli stessi acquirenti.

È una coppia dell’Hampshire (UK) ad aver acquistato la Leaf numero centomila: Brett Garner, dentista di Fareham, si è lasciato convincere dall’esempio di un amico.

Mi diceva che stava risparmiando una fortuna. All’inizio mia moglie non era convinta, ma abbiamo fatto due conti, considerando costi di manutenzione, assicurazione, soldi risparmiati per il carburante, ecc., e si è un po’ ammorbidita. Quando poi abbiamo usato l’auto per un viaggio andata e ritorno di oltre 800 km, si è definitivamente convertita all’idea. Il viaggio è stato un po’ più lungo del normale, perché ci siamo fermati per una ricarica rapida sia all’andata che al ritorno… e ora pretende di avere la LEAF per sé un paio di giorni a settimana”.

Altra carta a favore della Leaf è la consapevolezza del dentista inglese di quali siano le sue reali necessità: guidando circa 80 km al giorno – la metà di quanto offra l’auto elettrica con una ricarica – i problemi di autonomia si pongono solo in casi eccezionali, per i quali la coppia tiene in serbo la vecchia auto a benzina. “La usiamo poco perché consuma parecchio, 11 litri ogni 100 km”.

Al raggiungimento delle 10,000 unità europee nel Maggio 2013 (numero che la dice lunga sui progressi compiuti: a Luglio 2013 erano 100,000 gli EV immatricolati in tutti gli Stati Uniti), Nissan rese nota anche la storia della sua acquirente, molto simile a quella dei Garner: allora si trattava di un’infermiera francese, anch’essa attratta dai bassi costi di gestione, una volta resasi conto che il limite dell’autonomia era più psicologico che fisico.

Si potrà pensare sia accurata propaganda ma è sufficiente cercare su internet per scovare mille di questi esempi: recentemente mi è capitato di leggerne altre che per protagonisti avevano delle normali famiglie medie americane, con tanto di cane, che all’auto elettrica sono arrivate per ragioni comuni, ossia la convenienza e la sensibilità ecologica.

Risultato: non una ma due Nissan Leaf, dopo aver constatato che le spese annuali per mantenerle entrambe non fanno quella di una convenzionale.

Che scegliere una Nissan Leaf sia una scelta saggia per lo spirito oltre che per il portafogli è poi fin troppo semplice sapendo che il primo ad acquistarne una, nel 2010, fu un monaco buddista di Tokyo di nome Wasei Hirai.

La bellezza naturale e la storia sono molto importanti per me, ma spesso devo mettermi alla guida di un’auto per necessità. Ecco perché ho scelto una vettura a emissioni zero come Nissan LEAF. Grazie all’elettricità, l’auto non produce emissioni, né rumori, né vibrazioni. Questo nuovo tipo di guida ha attirato la mia attenzione”.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Nissan