C’è anche il progetto del primo tratto autostradale italiano attrezzato per la percorrenza delle auto elettriche fra le 60 iniziative che compongono l’Agenda Italia presentata dal premier Enrico Letta alla riunione della Commissione di coordinamento in vista dell’Expo 2015.
Nella cornice di Palazzo Chigi il dossier che raccoglie le proposte dell’Agenda Italia, redatta negli ultimi quattro mesi dal sottosegretario all’Expo Maurizio Martina, è stato snocciolato nelle sue molteplici sfaccettature, tutte univocamente rivolte a sostenere l’idea che l’Italia, con uno sforzo di unità senza precedenti, può sfruttare l’Expo per fare grandi passi avanti.
La BreBeMi, per quanto riguarda la mobilità sostenibile ambientalmente, ne è un esempio: il progetto inserito nell’Agenda Italia riguarda la predisposizione di pensiline fotovoltaiche nelle aree di sosta e ai caselli dell’arteria autostradale che collega Brescia, Bregamo e Milano presso le quali prelevare auto elettriche a noleggio per spostarsi fra le tre città lombarde.
Il piano, già dettagliato (ne parlammo nell’ottobre del 2012), è comparso da oltre un anno fra le opere che attendono solo il via libera per partire: anche l’accordo con chi dovrà fornire i servizi di ricarica alle vetture elettriche, A2A (società che in Lombardia gestisce già un’esteso network di colonnine di ricarica), è già stipulato.
Il progetto della BreBeMi puntava poi sull’intelligente punto dell’interscambio con i trasporti urbani: con un sistema di car sharing a emissioni zero e metropolitane ben coeso, anche la circolazione nei centri urbani diverrebbe assai meno impattante e svincolata dal ricorso ai mezzi privati.
Tuttavia, quel che l’Agenda Italia per l’Expo 2015 sembra far finta di non vedere è che la BreBeMi, sulla quale pochi avrebbero da obiettare se diventasse “auto elettriche-ready”, pare essere fortemente in ritardo sulla tabella di marcia della sua stessa messa a punto definitiva, prevista per aprile 2014.
Un dettaglio tipicamente italiano: per contro bisogna ricordare che l’elettrificazione di questi primi 70 km scarsi di autostrada nel nostro Paese costituirebbero il primo passo verso quanto fatto o progettato da molti nostri vicini europei (Olandesi, Inglesi, Danesi e persino Estoni) già munitisi di reti di ricarica sulle principali vie di collegamento nazionali.
Non allarghiamo poi oltre l’orizzonte: i corridoi per auto elettriche estesi lungo la west coast degli Stati Uniti e il milione di km coperti dall’infrastruttura canadese potrebbero avere un effetto brutalmente ridimensionante.
Noi, per sicurezza, facciamo un passo alla volta: “chi va piano, va sano e va lontano”.
Andrea Lombardo
Fonti: Il Corriere della Sera, 02blog