Apple, ancora un veterano dell’industria automobilistica: l’auto elettrica ed autonoma è nel cassetto?

3031
photo credit: New York, 2012. via photopin (license)
photo credit: New York, 2012. via photopin (license)
photo credit: New York, 2012. via photopin (license)

L’idea che Apple intenda entrare da protagonista nel mondo dei trasporti elettrici è in circolo da almeno un paio d’anni: dopo i contatti, nemmeno troppo segreti, con Tesla Motors, adesso giunge la notizia che ancora un veterano dell’industria automotive è passato tra le file della società californiana.

Il gigante tecnologico ha infatti assunto Doug Betts, ex dirigente Fiat Chrysler che ha trascorso quasi 30 anni nel settore auto. Il suo cambio di casacca ha trovato spazio sulle pagine del Wall Street Journal, sulle quali è riportato che Betts, responsabile della qualità globale di Fiat Chrysler Automobiles fino allo scorso anno, ha però rifiutato di commentare la posizione che andrà a ricoprire presso la società di Cupertino.

La stessa Apple non ha voluto commentare l’acquisizione lasciando il dubbio riguardo al suo coinvolgimento in merito al progetto di un’auto elettrica: Betts potrebbe infatti anche lavorare ad una linea di prodotti esistente.

I sospetti sull’esistenza di una Apple e-car sono però rafforzati dall’arrivo, oltre che di Betts, decisamente in possesso del know-how necessario, di uno dei principali ricercatori sui veicoli autonomi in Europa e dall’allestimento di un team di lavoro su questi sistemi.

Nel campo automobilistico Betts è un calibro da novanta: prima dei sette anni trascorsi sotto la bandiera di Chrysler, ha infatti trascorso più di un decennio come leader delle divisioni produttive presso Toyota e Nissan; se le “operazioni” non meglio specificate per le quali Apple lo ha assunto, l’esperienza del manager non può che suggerire un interessamento della società allo sviluppo di un’auto.

Ad inizio anno il CEO Tim Cook aveva dribblato i chiarimenti su una possibile collaborazione con il produttore di veicoli elettrici Tesla Motors: è diffusa infatti la convinzione che Apple dovrebbe comprare Tesla a titolo definitivo. Cook ha però rivelato poco sui piani automobilistici di Apple, ribadendo solo che la società è focalizzata sul CarPlay, sistema di infotainment che integra le funzionalità di iPhone, come messaggistica, musica e mappe, con il veicolo.

Mi piacerebbe che anche Tesla utilizzasse CarPlay”, aveva detto Cook in risposta ad un azionista che lo pressava sull’eventualità che Apple acquistasse Tesla in una riunione aziendale all’inizio del 2015, concludendo ironicamente: “Ora come ora tutte le principali marche automobilistiche utilizzano CarPlay […]. È stato un buon modo per evitare la domanda?“.

Mentre Cook preferisce rimanere sottotraccia, l’arrivo di Betts potrebbe essere un segnale riguardo al fatto che Apple si stia organizzando per ricoprire un ruolo produttivo più pesante rispetto al passato. A supporto di questa tesi si sottolineano una serie di altre recenti assunzioni effettuate da Apple, tutte con esperienza nel settore delle batterie e dell’ingegneria hardware.

Sempre ad inizio anno, era stato Bloomberg a suggerire che Apple stesse avviando la produzione di un veicolo elettrico con time line entro il 2020. Ancora il Wall Street Journal aveva poi indicato che il progetto iniziale, chiamato in codice “Titan”, fosse simile a un minivan; Apple, pur non confermando alcuna indiscrezione, sembra aver indirettamente alimentato queste voci con l’assunzione alla luce del sole di centinaia di persone per lavorare al suo programma sui veicoli elettrici.

Qualora Apple entrasse nel business degli EVs si troverebbe con ogni probabilità naturalmente collocata nel bel mezzo di una gara tra Tesla Motors e General Motors, entrambe apertamente intenzionate a costruire una macchina elettrica a lunga autonomia che si aggiri sulla fascia di prezzo dei 35.000 dollari.

In questo caso Apple potrebbe sì trovarsi avvantaggiata per la sua dimostrata capacità di sfornare prodotti di elettronica di consumo eleganti e facili da usare ma sono in molti a pensare che il salto verso una produzione ben più complessa come quella automobilistica richieda anche altre abilità. Fabbricare auto implica poi forti investimenti, specie quando si punta a sfondare su un mercato di massa.

Alla luce di queste considerazioni sembrerebbe più prudente per Apple proporsi come sviluppatrice di sistemi di guida autonoma da vendere ai Marchi delle 4 ruote: il trend dell’autoguida è d’altronde innescato nella Silicon Valley, con Tesla Motors pronta a scendere sul mercato entro tre anni e Google che vanta già progetti pilota su strada in diversi Stati americani. Inoltre, Uber, la criticata compagnia di taxi alternativi, ha aperto a Pittsburg un centro di prova per sviluppare una flotta di taxi autonoma.

A tale proposito Apple ha da poco assunto lo specialista Paul Furgale, ex vice direttore dell’Autonomous Systems Lab presso l’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, in precedenza alla guida di un progetto della Commissione Europea per lo sviluppo della tecnologia che consente ad un veicolo di parcheggiarsi da solo.

Le maggiori aziende high tech di oggi guardano chiaramente al settore dei trasporti come una grande opportunità: Apple e Tesla hanno già ingaggiato una battaglia per attrarre i migliori talenti, chissà se che non si sfidino in futuro anche per costruire una macchina elettrica autonoma.

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: GreenTechMedia