Aston Martin, dai nuovi modelli (anche elettrici) nuovi posti di lavoro nel Regno Unito

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La RapidE elettrica, per la quale Aston martin ha siglato un Memorandum Of Understanding con la società tedesca LeEco - Image Credit: AstonMartin
La RapidE elettrica, per la quale Aston martin ha siglato un Memorandum Of Understanding con la società tedesca LeEco - Image Credit: AstonMartin
La RapidE elettrica, per la quale Aston martin ha siglato un Memorandum Of Understanding con la società tedesca LeEco – Image Credit: AstonMartin

Il settore automotive promette un’ulteriore crescita oltre Manica e lo fa proprio grazie a quel segmento che altrove non è percepito come altrettanto strategico, ossia quello dell’auto elettrica.

È Aston Martin, con i suoi oltre cent’anni di storia nell’automobilismo, ad annunciare importanti investimenti a lungo termine che porteranno all’apertura di un secondo impianto produttivo nel Regno Unito e ad ampliare la gamma di modelli prodotti includendo anche un veicolo 100% elettrico.

La scelta di aprire una nuova sede entro i confini nazionali è giunta dopo aver vagliato, a detta del CEO Andy Palmer, ben 20 differenti siti nel mondo: nulla ha però impressionato l’azienda britannica come la prontezza e le offerte mostrate dal governo gallese, che si è così accaparrato l’assegnazione del sito produttivo e dei relativi posti di lavoro.

St. Athan, questo il nome dell’ex polo militare in via di riconversione che ospiterà dal 2020 le catene di montaggio Aston Martin, porterà nella località di Glamorgan una dote in termini di occupazione non trascurabile: fra questo nuovo impianto e l’esistente di Gaydon, nel Warwickshire, la Casa automobilistica ha l’obiettivo di generare 1000 nuovi posti di lavoro nel giro di 4 anni.

Con l’arrivo di due nuovi modelli, un SUV, alla cui produzione sarà dedicato St. Athan, ed una berlina sportiva elettrica, la RapidE, Aston Martin prevede di stimolare una crescita complessiva dell’occupazione, includendo l’indotto, pari a 3mila nuovi posti.

Numeri che fanno esprimere positivamente anche il premier inglese David Cameron, il quale legge come segnale di fiducia dell’economia made in UK la decisione di investire nel Paese da parte di una Marchio blasonato come Aston Martin, sottolineando come il settore automotive britannico sia uno dei più grandi d’Europa e abbia facilità ad espandersi ancora grazie alla forza economica ed alla facilità d’accesso ai mercati UE della Gran Bretagna.

St. Athan occuperà una superficie di circa 360mila metri quadri e sfornerà, dal 2020, il SUV DBX di Aston Martin; a precederlo sarà, sempre nel segmento di lusso, RapidE, evoluzione elettrica della già affermata Rapide S che dal 2018 sarà in produzione a Gaydon e che punterà a fare concorrenza a Tesla Motors, Mercedes-Benz, Audi e BMW.

Se per il Regno Unito è la dimostrazione che un certo tipo di politica può portare a dei frutti sul medio-lungo termine, facendone una candidata a dominare nel settore auto anche quando questo dovesse convertirsi massivamente all’elettrico (ricordiamo che Sunderland ospita il principale sito di costruzione delle Nissan Leaf elettriche e delle relative batterie per i mercati europei), per la mobilità elettrica è il segnale ulteriore che il panorama si sta arricchendo di nomi ed offerte che, presto o tardi, scenderanno dall’iperuranio per diventare tangibili anche nella realtà commerciale quotidiana.

 

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Repubblica, AstonMartin