Perché una sola, standard, autonomia per ogni determinato modello di auto? Se uno dei crucci dei veicoli elettrici è il prezzo, in gran parte determinato dal costo del pacco batterie, offrire più tagli per quest’ultimo potrebbe offrire una soluzione a portata di mano.
L’intuizione, forse non tra le più argute, arriva di uno studio condotto dal tedesco Institute of Vehicle Concepts, il quale punta sulla possibilità di scegliere l’autonomia del proprio futuro veicolo per attirare una maggior fetta di pubblico verso l’elettrico.
In realtà c’è chi ci aveva già pensato, come Tesla Motors con la sua berlina Model S, offerta con tre diversi pacchi batterie tra i quali scegliere: 48 kWh, 60 kWh ed 85 kWh, corrispondenti ad autonomie variabili tra i 300 ed i 500 km.
Risultato? Dopo pochi mesi l’opzione più contenuta è stata messa fuori produzione perché trascurata dai clienti: per chi compra un’auto di lusso il problema non è certo limare il prezzo e, quindi, non si vede perché optare per la versione meno potente.
Tuttavia, offrire ai potenziali clienti di auto elettriche una scelta potrebbe non essere un’idea malsana, per quanto banale: pare d’altronde che sia General Motors per quel che riguarda la Chevrolet Volt che Nissan per la Leaf siano di questa opinione.
A quattro anni dal lancio della prima auto elettrica moderna, molti modelli sono al giro di boa tecnologico; le nuove versioni, dal 2015 in poi, dovrebbero introdurre nuovi pacchi batterie, con autonomie doppie rispetto alle attuali.
Questa eventualità darà la possibilità ai produttori automobilistici di mantenere le attuali batterie al fianco delle nuove, dando la possibilità di scegliere tra una versione meno autonoma ma più economica ed una più competitiva con le auto tradizionali ma anche più costosa.
La ricerca fatta in questi anni dalle Case per estremizzare la modularità dei veicoli e dei loro elementi va proprio in questa direzione: perché non iniziare acquistando un veicoli nella sua versione base per poi sostituirne la batteria con una più potente?
Insomma, forse non ci voleva uno studio per arrivare a questa conclusione ma esso pone comunque in luce un aspetto pratico che potrebbe aiutare l’auto elettrica nella sua crescita sui mercati.
Andrea Lombardo
Fonte: Institute of Vehicle Concepts, German Aerospace Center via GreenCarCongress