Il prossimo decennio sancirà la superiorità non solo dal punto di vista della sostenibilità ambientale ma anche della convenienza economica dei veicoli a trazione elettrica rispetto ai tradizionali con motori endotermici. Questo il risultato dell’ultima indagine condotta da Bloomberg New Energy Finance che disegna però scenari non privi di ripercussioni sia sul mercato petrolifero che su quello dell’approvvigionamento energetico.
Negli ultimi anni, numerosi analisti hanno formulato, forse con eccessiva facilità, proiezioni di vendita per i veicoli elettrici dettate certamente dalla sincera convinzione che l’adozione di mezzi di trasporto a zero emissione fosse una scelta sempre più obbligata dalla necessità di rispettare limiti e vincoli di salvaguardia dell’ambiente e della salute umana, ma che non hanno trovato un puntuale riscontro nella realtà della domanda di mercato soprattutto in termini temporali.
Se infatti lo sviluppo tecnologico dei componenti maggiormente critici ai fini, ad esempio, delle prestazioni del veicolo elettrico e della sua autonomia, ha dimostrato di poter seguire trend particolarmente accelerati con risultati più che soddisfacenti, poco peso è stato generalmente dato alle reali possibilità di raggiungere, in tempi relativamente brevi, una competitività economica delle auto elettriche rispetto ai modelli a combustione interna. La riduzione della soglia d’accesso per l’acquisto di un veicolo elettrico è stata, nella maggior parte dei casi, affidata ad ipotesi di incentivazione o promozione all’acquisto rese possibili dalla sensibilità dei singoli stati o dalla convenienza dei produttori stessi.
La possibilità, invece, di valutare e sfruttare, anche in assenza di aiuti esterni, la riduzione di costo di alcuni componenti del prodotto, come le batterie al litio, è, una delle principali chiavi di lettura dell’ultima indagine presentata da Bloomberg New Energy Finance (BNEF), società multinazionale di analisi e consulenza specializzata nell’individuare i fattori critici del cambiamento per meglio indirizzare le decisioni strategiche degli operatori.
In parallelo la ricerca prende in esame anche l’influenza del prezzo del petrolio all’interno dello scenario considerato e quindi il suo impatto sui tempi di pieno sviluppo della nuova tecnologia.
La caduta dei costi delle batterie
È noto che le batterie agli ioni di litio, se da una parte hanno contribuito non poco ad aumentare i livelli di autonomia dei veicoli elettrici, che comunque presentano ancora importanti margini di miglioramento, dall’altra hanno determinato in negativo, con il loro costo, la competitività di prezzo dei veicoli stessi rispetto agli analoghi modelli muniti di motori alimentati a benzina o gasolio. È pertanto importante rilevare come dal 2010 ad oggi le batterie al litio abbiano evidenziato un decremento del loro costo del 65%, con un picco di caduta del 35% registrato l’anno scorso, che le ha portate a raggiungere un livello di 350 $ kWh.
Secondo i ricercatori di Bloomberg il trend di contenimento del costo per i prossimi anni continuerà ancora in rapida discesa sino a toccare i 120 $ kWh entro il 2030 per poi beneficiare di ulteriori contrazioni del prezzo finale grazie anche all’avvento di nuove composizioni chimiche.
Tutto ciò dovrebbe portare a ridurre dapprima gradualmente, poi in maniera più drastica, il prezzo delle vetture elettriche che dal 2022, secondo i risultati dell’indagine Bloomberg, non dovrebbero costare più dei corrispondenti modelli con motori a combustione interna.
In particolare, tenendo presente che l’onere economico delle batterie rappresenta circa un terzo del costo dei componenti necessari a produrre un’auto elettrica, entro il 2040 un modello del tipo “ad autonomia estesa” dovrebbe avere un prezzo di circa 22.000 $ (a moneta attuale) e calamitare pertanto un grande interesse sul mercato in grado di consentirgli di conseguire una quota mondiale annua del 35% delle nuove vendite.
Le previsioni di vendita
Il mercato dei veicoli elettrici, che include sia i BEV (Battery Electric Vehicle), alimentati esclusivamente da un motore elettrico a batteria, che i PHEV (Plug in Hybrid Electric Vehicle) equipaggiati con un motore convenzionale collegato ad un generatore di corrente che ricarica le batterie, si stima che nel 2015 abbia superato nel mondo le 550.000 unità (dato EV Sales Reporting), di cui circa 115.000 unità negli USA e 190.000 in Europa, facendo segnare globalmente un incremento di oltre il 60% rispetto all’anno precedente (1)
Secondo lo studio Bloomberg tale trend dovrebbe continuare ed essere ulteriormente favorito dalla progressiva competitività economica che i veicoli a trazione elettrica acquisiranno in ragione della riduzione di costo di alcuni componenti significativi come precedentemente descritto.
In tal modo entro il 2040 il numero complessivo di veicoli immatricolati nell’anno potrebbe toccare i 41 milioni di unità pari al 35% del mercato mondiale contro solo l’1% attuale.
Tale prospettiva, che a molti può apparire comunque fortemente ottimistica, è confortata anche dalle iniziative industriali di alcune case costruttrici, come ad esempio Tesla e Nissan, che stanno investendo molto per produrre nuovi modelli tecnologicamente avanzati e che, presumibilmente, dal 2020 saranno anche economicamente più competitivi dei loro omologhi a benzina.
Inoltre, non a caso, anche Tesla ha previsto per i prossimi 4-5 anni un tasso di crescita molto aggressivo, proprio dell’ordine del 60%, in sintonia con quanto già accaduto nell’affermazione di altre tecnologie innovative.
Il mercato petrolifero e la sua interferenza
Il modello previsionale messo a punto dai ricercatori di Bloomberg tiene altresì conto delle reciproche possibili interferenze tra l’andamento del mercato petrolifero e la progressiva affermazione dei veicoli a trazione elettrica.
Nel 2015 la crescita del 60% registrata dai veicoli elettrici si è collocata in un quadro economico caratterizzato, tra l’altro, anche da una domanda di petrolio ed un prezzo della benzina calante. Nell’ipotesi verosimile che tale situazione si possa protrarre nei prossimi anni ciò comporterebbe una contrazione della produzione di petrolio, già a partire dal 2023, stimabile in circa 2 milioni di barili al giorno, con un effetto pari a quello che ha generato la crisi petrolifera del 2014 ed analoghe ripercussioni sui prezzi di mercato.
Le stime di Bloomberg sono state formulate ipotizzando un prezzo di 50 $ al barile per i prossimi anni ed un orientamento a raggiungere i 70$ entro il 2040. Qualora il prezzo del petrolio dovesse invece cadere a 20 $ il barile e stabilizzarsi su tale livello, l’adozione di massa dei veicoli elettrici sarebbe solo ritardata di qualche anno ed il punto di equivalenza economica tra le due tecnologie si sposterebbe dal 2022 al 2030, a dimostrazione dell’irreversibilità del trend intrapreso.
Né su di esso potrebbe influire l’eventuale timore di non poter soddisfare la richiesta d’energia elettrica necessaria ad alimentare tutte le auto elettriche circolanti negli anni a venire.
E’ stato infatti calcolato che nell’ipotesi che nel 2040 le auto elettriche circolanti rappresentassero un terzo di tutto il parco, il consumo elettrico sarebbe di circa 1.900 TWh al giorno, pari a circa l’11% del consumo elettrico mondiale 2015.
- Stime di mercato più prudenziali, tra cui quella della stessa Bloomberg collocano le vendite di VE nel 2015 intorno alle 462.000 unità.
[…] del barile di petrolio e dalla discesa dei prezzi al pubblico delle auto elettriche (vedi anche https://www.veicolielettricinews.it/auto-elettriche-un-futuro-carico-non-solo-di-attese/). Sotto queste condizioni gli analisti prevedono un mercato di ben 41 milioni di auto elettriche […]