In due anni non ci sarà taxi, autobus o auto blu di Thimphu, capitale della nazione himalayana del Bhutan, che non saranno elettrici: il diktat del governo locale alle auto convenzionali non è equivocabile. In un accordo stretto con Nissan Motor Co., il Paese asiatico si prefigge di trasformare la propria capitale in un vero e proprio caso studio per la mobilità elettrica, rimpiazzando ogni veicolo delle flotte pubbliche e governative con altrettanti a emissioni zero.
All’impresa parteciparà non solo la già citata Nissan ma anche l’indiana Maruti Suzuki e la californiana Tesla Motors. I Giapponesi importeranno in Bhutan la loro Nissan Leaf , attratti dall’opportunità di lavorare alla prima conversione di un’intera città all’auto elettrica, acquisendo così un know-how invidiabile sulle relative problematiche; gli Indiani esporteranno verso la nazione dell’Himalaya auto elettriche (le Swift EV?) per il parco taxi della capitale, mentre la posizione di Tesla non è ancora specificata.
La mobilità elettrica in Buthan potrebbe trovare un ambiente alquanto favorevole, grazie alla produzione massiccia di energia elettrica pulita tramite le centrali idroelettriche del Paese: il governo non nasconde infatti che l’idea di spostare drasticamente i trasporti solo sull’elettrico nasce dalle due esigenze di ridurre l’inquinamento e svincolarsi dal debito contratto annualmente per acquistare petrolio dall’estero.
Lo sfruttamento intensivo dell’idroelettrico potrebbe costituire un patrimonio salvifico per il Buthan, di certo non fra le nazioni più ricche del mondo.
L’investimento del Paese himalayano sarà di 10 miliardi di yen e l’Asia Development Bank supporterà l’iniziativa agevolando dei prestiti a basso interesse verso Thimphu in virtù del suo noto impegno nella lotta contro l’inquinamento.
I veicoli che il Bhutan intende rottamare e sostituire sono circa 5,000: incentivi verranno offerti anche ai privati perché cambino la propria auto con una elettrica. Per cominciare, le prime agevolazioni fiscali saranno applicate al principale gestore di taxi di Thimphu, che già a febbraio 2014 promette di far entrare in servizio i primi 100 EV.
Il Bhutan sembra non volersi fermare qui però: allo studio ci sarebbero il divieto totale di fumare e una rivoluzione anche nel settore dell’agricoltura.
Andrea Lombardo
Fonte: GlobalPost
[…] industrializzate e benestanti che hanno tratto la stessa conclusione negli ultimi tempi: Aruba, Bhutan, Barbados e […]
[…] però evidente che sempre più nazioni non appartenenti a quello che noi occidentali consideriamo il “primo mondo” stanno guardando […]