Bici a pedalata assistita: attenti ai sensori

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Ormai c’è solo l’imbarazzo della scelta, tante sono le varianti con cui la bicicletta a pedalata assistita si propone sul mercato con l’intento di soddisfare al meglio specifiche esigenze e allargare così il suo consenso. Un acquisto consapevole, oltre alla caratterizzazione estetica dei singoli modelli, deve pertanto tener conto anche delle differenziazioni tecniche quali per esempio il sistema di sensori adottato per gestire l’assistenza elettrica.

 

Come è noto la bicicletta a pedalata assistita per potersi definire tale deve, in ottemperanza della direttiva europea 2002/24/CE del 18 marzo 2002, essere «dotata di un motore elettrico ausiliario avente potenza nominale continua massima di 0,25 kW la cui alimentazione è progressivamente ridotta e infine interrotta quando viene raggiunta la velocità di 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare». Perché ciò si realizzi è necessaria la presenza di un sistema di sensori che rilevi il movimento e trasmetta al motore il segnale di consenso per il suo avviamento.

Si comprende facilmente come tale sistema generalmente chiamato P.A.S. (Pedal Assist System) sia di grande importanza non solo sul piano giuridico ma anche su quello della percezione da parte dell’utilizzatore di una maggiore o minore fluidità della pedalata. Proprio per questo l’adozione di un determinato sistema piuttosto che un altro costituisce un importante parametro di valutazione e di scelta in sede d’acquisto.

 

Sensori di pedalata

La forma più semplice, e anche la più diffusa in Italia, consiste nella presenza di un sensore magnetico che rileva semplicemente il movimento dei pedali consentendo l’azionamento del motore indipendentemente dalla pressione, e quindi dallo sforzo, che si esercita su di essi. Volendo esemplificare possiamo dire che il funzionamento si basa sulla rotazione di un disco (detto anche ruota fonica) fissato in modo solidale con i pedali, recante lungo la circonferenza alcuni piccoli magneti orientati che con il movimento transitano davanti a un sensore a effetto di Hall, in grado cioè di rilevare la variazione del flusso del campo magnetico e generare un impulso che, inviato alla centralina elettronica, provvede all’avviamento del motore.

Questa tipologia di sensori ha il vantaggio di essere particolarmente robusta e di poter lavorare in presenza di… […]

 

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