Assieme al peso, la fibra di carbonio taglia anche i costi di manutenzione e di assicurazione della nuova Bmw i3 elettrica. Ad affermarlo è Manuel Sattig, manager della comunicazione di BMW i, sulle pagine di AutoblogGreen.
Di per sé non si tratta di una novità assoluta, poiché che le auto elettriche presentino un conto molto meno salato di quelle tradizionali per la manutenzione è cosa risaputa. Quello che Sattig vuole dire è piuttosto che l’utilizzo del nuovo materiale, la CFRP o Carbon Fiber Reinforced Plastic, è solo il dato più evidente di un mutamento sostanziale nella concezione delle auto da parte di BMW.
Riferendosi alla genesi del progetto BMW i, Sattig punta l’attenzione sul fatto che il Marchio bavarese sia partita da zero nel progettare la i3, ponendo giusto alcune regole di base al gioco: il risultato è un’auto che si avvale di materiali nuovi per l’automobilismo per raggiungere un prodotto diverso dai precedenti.
La fibra di carbonio è molto leggera ma soprattutto molto resistente: aggiunge stabilità e rigidità alla cella dell’abitacolo e si deteriora meno dei materiali tradizionali nel tempo. Quello di BMW è un investimento a lungo termine, non un salto nel buio, e Sattig lo sottolinea affermando che esiste un piano per portare la fibra di carbonio anche sul resto della gamma BMW. Come e quando non è dato sapersi ma ciò che interessa è che la casa automobilistica sta progettando una rivoluzione interna a 360°, portando elettrico e materie plastiche a divenire il nuovo fulcro della sua produzione.
La fibra di carbonio, proprio per la sua longevità e resistenza è stata etichettata come inadatta alla fabbricazione di auto, perché sconveniente sul lungo termine (se le auto durano di più le Case automobilistiche avranno meno domanda), da Nissan, per esempio.
BMW appare quindi andare in controtendenza puntando su di un prodotto che, sì, inizialmente costa di più, ma porta dei risparmi nel tempo: del ricambio generazionale dei veicoli i Tedeschi paiono non crucciarsi, credendo invece nella nuova formula che prevede un telaio molto resistente ed una carrozzeria in materie plastiche altamente deformabili e facilmente sostituibili con poca spesa.
Si tratta di una mentalità non inedita ma forse non scontata per un marchio come BMW. La fibra di carbonio rinforzata con un mix di plastiche è definito “il materiale del futuro per BMW” da Sattig, che spiega anche come nella pratica il CFRP aiuti a contenere i costi.
Il telaio della BMW i3 elettrica non si deforma, si “rompe” solo localmente, dove è interessato da un urto violento, rendendo possibili interventi mirati: riparare il nuovo materiale ha, secondo Sattig, costi equivalenti a quelli di una carrozzeria tradizionale. Tutti i danni più superficiali, che interessano cioè la carrozzeria vera e propria della i3, hanno costi di interventi invece minori, richiedendo solo la sostituzione, come delle cover, dei componenti danneggiati.
Proprio per via di questa concezione strutturale sia l’agenzia per la sicurezza stradale americana, la NHTSA, che quella europea, la Euro NCAP, hanno deciso, sempre a detta di Sattig, di accogliere la BMW i3 elettrica con un sistema di assicurazione poco oneroso.
Adesso non resta che attendere il riscontro di queste parole fra gli utenti dell’auto, che non dovrebbero essere pochi dato il boom di prenotazioni registrato già nei mesi scorsi.
Andrea Lombardo
Fonte: AutoblogGreen
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