La Norvegia, attualmente casa di oltre 35mila auto elettriche private, si potrebbe pensare ospiti numerosi servizi di car sharing, perfettamente in linea con lo spirito civico ed ambientalista delle nazioni nordiche. A sorpresa, invece, i Norvegesi guardano con interesse l’esperimento lanciato da Toyota e dalla società di distribuzione energetica Sodetrel a Grenoble: 70 veicoli elettrici, tra i-Roads e COMMS, e 120 colonnine di ricarica per un progetto pilota che in tre anni spera di modificare le abitudini di quanti si spostano nel centro della città francese.
Un’equivalente esempio manca però nella virtuosa Norvegia, dove, per paradosso, sono i privati ad acquistare di loro spontanea volontà veicoli ad alimentazione alternativa.
Se, quindi, ai Norvegesi non serve l’incentivo della “prova senza impegno” offerta dallo strumento del car sharing, alle città di Oslo, Bergen, Trondheim, Stavanger e Kristiansand – le più grandi del Paese – un decongestionamento del traffico gioverebbe.
Anzi, malgrado la presenza inaudita di vetture a zero emissioni locali (e quasi “globali”, dato l’intensivo sfruttamento della risorsa idroelettrica), le municipalità scandinave sono interessate ad abbassare ancora l’impatto ambientale del traffico.
Oslo, ad esempio, si sta muovendo in direzione di una collaborazione con i privati: la società Move About, l’organizzazione ambientalista ZERO e la Norway’s Car Association sono gli attori di un’operazione da 50 milioni di Corone mirata a sostituire il parco veicoli endotermico con altrettanti elettrici.
Sture Portvik, responsabile della divisione veicoli elettrici del Municipio di Oslo (già, perchè hanno chi si occupa solo di quello, data la rilevanza locale dell’argomento), ha confermato che la città crede molto nel car sharing ed offre infatti alle persone la possibilità di iscriversi al programma di Move About: “Il car sharing è popolare e città come Londra e Francoforte sono ottimi esempi. Introducendovi i veicoli elettrici si aiuta le persone a familiarizzare con essi e a scoprire quanto sono sicuri e vantaggiosi”.
L’idea di Oslo è condivisa anche dalla capitale petrolifera del Paese, Stavanger: malgrado lo stridente accostamento tra l’industria estrattiva, cui va attribuito gran parte del benessere economico della Norvegia, proprio nel suo cuore le auto elettriche sono ritenute un valido alleato.
Stavanger sta studiando diverse tipologie di car sharing a zero emissioni, consentendo ai dipendenti comunali ed alla cittadinanza di usufruirne sia per scopi lavorativi, diurni, che privati, in serata.
In altre città non sono ancora attivi dei sistemi di car sharing, tuttavia, come nel caso di Bergen, sono in fase di progettazione: nel frattempo, si rimpiazzano i mezzi obsoleti nelle flotte cittadine, come i 730 che la stessa Bergen intende convertire all’elettrico.
Con 35,902 auto elettriche private circolanti al 31 Agosto 2014, la Norvegia non può che prendere seriamente in considerazione la mobilità elettrica, per la verità appoggiata dal governo in quanto valido strumento per minimizzare i consumi interni di petrolio a favore delle esportazioni.
A livello nazionale, la sussidiaria del Ministero dei trasporti norvegese Transnova ha annunciato lo stanziamento di 245,320 euro in favore di un programma dedicato ai car sharing con auto elettriche.
Per una volta, gli Scandinavi non sono i primi della classe. O sì?
Andrea Lombardo
Fonte: TheForeigner