Esiste una strana forma di masochismo in certa stampa italiana che ama far vedere a tutti i costi che ne sa più di tutti e che è votata alla delazione. Il mio riferimento critico è rivolto ad alcuni articoli che ho letto di recente su un quotidiano e che erano totalmente negativi nei confronti delle auto elettriche, a cominciare dal titolo.
Parto subito con una riflessione: perché contribuire gratuitamente all’immagine negativa delle auto elettriche? Che male hanno fatto? Non hanno rubato soldi pubblici come fanno i tanti politici, non inquinano come le vetture normali, sono l’unica alternativa seria alla mobilità del futuro, permetterebbero al settore auto di riprendere quella linfa che ormai da diversi anni è stata persa. Insomma, le auto elettriche dovrebbero esse viste come una speranza e non come una minaccia.
Continuando la lettura dei citati articoli, apprendo che il solo gruppo Renault -Nissan ha venduto 67723 vetture elettriche negli ultimi due anni e mezzo ed è in testa alla classifica delle vendite. Il commento dell’articolo era che tale risultato viene visto con delusione da parte del management del gruppo franco-giapponese in rapporto agli otto milioni di vetture tradizionali vendute nel mondo.
Che bella scoperta! Probabilmente il giornalista si è dimenticato di leggere i dati da un altro punto di vista, cioè che ci sono più di sessantamila persone al mondo che hanno preferito spendere molto di più per acquistare un veicolo moderno.
Se Renault – Nissan avesse voluto raggiungere in breve tempo milioni di pezzi venduti, perché non ha allineato i prezzi di listino delle vetture elettriche a quelli delle auto tradizionali?
La risposta è abbastanza ovvia e semplice. Non si può pensare alla conversione totale ed immediata delle proprie linee di produzione da tradizionale ad elettrico e quindi questo passaggio deve essere graduale. In secondo luogo c’è lo sviluppo tecnologico. Le attuali auto elettriche sono sicuramente delle pioniere e ben diverse da quelle che vedremo fra cinque anni, ma è importante iniziare.
La terza e ultima considerazione riguarda la capacità di spesa delle persone. Da diversi anni la crisi che stiamo a fatica cavalcando non ha di certo favorito la spesa nei confronti del settore auto, figuriamoci rispetto a quello delle auto elettriche che sono più care.
Ah! Dimenticavo. Vicino all’articolo sulle auto elettriche ne hanno pubblicato uno che presentava con toni morbidi e smussati l’imminente arrivo nel nostro Paese di un nuovo monovolume cinese con motore 1.5 cc di cilindrata, 97 cv, il peso non specificato (quindi i cv potrebbero essere molto pochi a favore dei consumi elevati), emissioni EURO non dichiarate.
Che bel Paese di masochisti che è l’Italia.
Alessandro Garnero
Direttore editoriale