Ecco perché le auto a fuel cells ad idrogeno non possono impensierire le elettriche a batteria

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photo credit: pgegreenenergy via photopin cc
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Auto elettriche vs auto ad idrogeno, chi vincerà? Si sente ripetere spesso che la vera sfida per il futuro della mobilità avrà come protagoniste le due tecnologie emergenti dell’elettrico a batteria (quello che di solito chiamiamo “puro”) e delle fuel cells ad idrogeno.

Eppure, secondo un’analisi americana, la prima non avrebbe di che impensierirsi: Carlos Uribe, dalle pagine del giornale finanziario on line Seeking Alpha, legge la situazione attuale come del tutto favorevole ai battery electric vehicles.

Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. Pensando con il pragmatismo di chi deve decidere se investire o meno in un mercato bisogna guardare ai fatti: premessa fondamentale è infatti che un buon prodotto che già oggi tiene fede alle aspettative spesso vincerà su un’altrettanto – se non migliore – prodotto che però posticipa di qualche anno l’avverarsi delle proprie promesse.

In Europa sia auto elettrica che ad idrogeno sono viste ancora come prospettive sfocate e lontane ma negli Stati Uniti la nebbia ha cominciato a dipanarsi con un discreta rapidità, offrendo una visuale ben più lucida sul mercato.

L’elettrico a batteria sta avendo una massiccia spinta in avanti, con l’ingresso di produttori nuovi come Tesla Motors ed il coinvolgimento sempre più attivo di preesistenti come Nissan, Ford e General Motors, mentre di pari passo cresce l’infrastruttura di ricarica e con essa gli interessi pubblici e privati (Chargepoint, NRG eVgo e Car Charging Group sono tre degli attori principali). In particolar modo da due anni a questa parte il numero di modelli a zero emissioni proposti sul mercato è in esponenziale aumento ed ogni nuova auto elettrica che nasce porta con sé un aumento della competitività del settore, ogni vendita ne incrementa la concorrenzialità.

Questo rapido sviluppo costituisce un elemento di pressione sulle fuel cells, dalle quali ci si aspetta una risposta competitiva, una contro offerta ancora più vantaggiosa della guida in elettrico.

Disporre di quello che nel gergo del marketing si definisce vantaggio competitivo implica la creazione di un prodotto unico e non imitabile che ponga le basi per una leadership sul mercato: semplificando molto, deve insomma avere caratteristiche tali da farsi preferire agli altri prodotti.

La competitività presuppone però che non vi sia una condizione di sostanziale parità fra i prodotti (BEVs ed FCEVs) ed un “vantaggio”, per essere tale, deve essere tangibile agli occhi delle persone, chiave per il mercato di massa.

Se i veicoli a celle a combustibile ad idrogeno (FCEV) fossero sul mercato da qualche anno allora oggi avrebbe probabilmente senso parlare di una battaglia fra due standard in competizione ma la realtà vede solo la presenza, in crescita, di un mercato per gli elettrici a batteria. In parole povere, manca l’aspetto del vantaggio competitivo per le fuel cells, allo stato attuale dell’arte, per impensierire i BEVs.

I numeri dell’auto elettrica negli USA sono in rapida evoluzione e paiono supportare la visione di Uribe: dai circa 19 EV immatricolati entro il dicembre 2010 si è passati ai 55,695 veicoli elettrici a batteria venduti negli U.S. al 31 agosto 2013 (dato dell’Electric Drive Transportation Association). Di modelli a Fuel Cells pare ne circolino appena 25, tutte in California e tutte Honda FCX Clarity, unica offerta attualmente sul mercato americano. Anche l’infrastruttura di ricarica è agli albori, con appena 10 stazioni di rifornimento in tutti gli USA (9 delle quali sempre in CA), vuoi anche perché installarne una ha costi esorbitanti.

In Europa la musica non è molto diversa (gli unici veicoli sono quelli acquisiti da alcuni governi a scopo dimostrativo) e benché i prezzi stiano calando, le fuel cells paiono lungi dal poter essere un’alternativa realistica nel giro di poco tempo. Per la cronaca, Daimler-Mercedes e Toyota introdurranno i primi modelli sul mercato non prima del 2015-17.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Seeking Alpha via AutoblogGreen