Europa ed auto elettriche, studio fotografa i mercati potenziali nel 2030

4182
Mercati EV e Fuel Cells Europa 2030 - Credit: JRC via ec.europa.eu
Mercati EV e Fuel Cells Europa 2030 - Credit: JRC via ec.europa.eu
Mercati EV e Fuel Cells Europa 2030 – Credit: JRC via ec.europa.eu

È stato condotto dal Joint Research Center (JRC) con lo scopo di identificare i mercati potenzialmente trainanti per i veicoli elettrici a batteria e ad idrogeno da qui al 2030 nell’Unione Europea.

Con una mappatura dell’Unione sono state evidenziate con colorazioni che vanno dal grigio chiaro al grigio scuro rispettivamente la minore o maggiore densità di auto elettriche, mentre le città più grandi sono state evidenziate in rosso-arancio quando poco popolate da EV ed in verde quando invece fortemente frequentate da veicoli a zero emissioni.

Unendo i risultati di vari studi condotti da JRC in merito all’influenza di fattori demografici, economici, politici e sociali, è risultata così una fotografia della diffusione dei trasporti sostenibili ai traguardi del 2020 e del 2030.

Come si sente ripetere da anni, gli elementi fondamentali per lo sviluppo di un mercato florido degli Electric Vehicle (a batteria o idrogeno che siano) sono rappresentati dalla disponibilità di infrastrutture di ricarica e di agevolazioni nell’accedere ai centri urbani, alle zone a traffico limitato, ai parcheggi, senza dimenticare che in tutto ciò un ruolo importante è giocato dalle municipalità stesse tramite regolamenti pro-zero emissioni, incentivi ed un’educazione graduale nei confronti di alcune categorie di guidatori, pendolari in primis.

Denominatori comuni per l’ascesa della mobilità elettrica sono la cosiddetta “carbon footprint”, ossia l’impatto ambientale, in questo caso ridotto, e i risparmi sul fronte dei consumi.

Come sarà quindi l’Europa delle zero emissioni nel 2020 e nel 2030?

Sulla base dello scenario economico attuale, gli analisti del Joint Research Center prevedono che fra 7 anni i mercati fertili per gli EV saranno rappresentati da poche isole felici, mentre nel 2030, seppur limitatamente, si inizieranno a vedere delle regioni europee i cui mercati saranno decisamente più interconnessi.

Vi è però una possibilità maggiormente ottimistica che prevede un attecchimento maggiore del settore al 2030, con una presenza di veicoli elettrici decisamente più forte: protagonisti in questo caso sarebbero gran parte della Germania, i Paesi Bassi, la Francia, l’Inghilterra, l’Irlanda ed anche l’Italia.

In quanto alle realtà cittadine, la Spagna entrerebbe in gioco con Madrid, assieme a Roma, Londra, Parigi e Berlino, mentre le fuel cells a idrogeno si svilupperebbero prevalentemente sui mercati di Svezia, Finlandia ed Austria.

Tra vent’anni, insomma, l’Europa dell’elettromobilità potrebbe viaggiare ad almeno due velocità, con il blocco centro-nord delle sue nazioni in posizione trainante, con punte particolarmente evolute in Regno Unito, Irlanda e Scandinavia affiancate da aree di tramite con l’est, decisamente fuori da questo scenario, identificate con l’Italia, la Spagna ed il Portogallo.

Cosa trarrà l’Unione Europea dalla crescita di questi mercati ecologici?

Intanto le differenze fra le realtà dell’area EU15 (quella fondatrice dell’Unione) e della EU12 (Austria, Finlandia e Svezia) si appianeranno entro il 2050, sempre secondo lo studio: a quella data i benefici derivati dai trasporti elettrici saranno ben tangibili.

Le stime del JRC parlano si una riduzione delle emissioni di CO2 dei trasporti passeggeri nell’aera EU27 (Croazia esclusa, quindi) compresa fra il 35 ed il 57%, corrispondentemente ad una riduzione del bisogno di energia primaria fra le 29 e le 51 Mtoe (Milioni di TOnnellate Equivalenti di petrolio).

JRC suppone che parte dell’energia elettrica europea sia prodotta da un mix di rinnovabili ed idrogeno, motivo con il quale giustifica la massiccia riduzione di emissioni inquinanti.

Condotto all’interno della UE, lo studio pone le basi per delineare le politiche future ed il dialogo fra le strategie dei Paesi membri dell’Unione, tutti più o meno apertamente interessati alla crescita dei trasporti puliti e delle relative industrie.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: JRC European Union