EV e primo soccorso: uno standard chiaro ed immediato per le etichette

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photo credit: Richard Masoner / Cyclelicious via photopin cc
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Malgrado i detrattori della mobilità elettrica nel passato abbiano fatto di tutto per far passare un’immagine degli EV come di mezzi insicuri e predisposti all’autocombustione – assurdamente, sia chiaro – la trazione elettrica è oggi riconosciuta come altrettanto sicura di quella tradizionale in caso di incidenti.

Nei crash test eseguiti dall’ Euro NCAP i veicoli ibridi hanno ricevuto le votazioni massime possibili ed altre organizzazioni quali la SAE, negli Stati Uniti, e la Dekra, in Europa, ne hanno omologato gli standard e certificato il comportamento sicuro, anche più dei veicoli tradizionali.

Lo scorso mese proprio dalla SAE, la Society of Automotive Engineers americana, ente che si occupa di normare e brevettare tutti gli standard definitivi nel campo dell’ingegneria automobilistica, ha rilasciato lo standard per le etichette di avviso rivolte ai primi soccorsi.

In caso d’incidente, infatti, i primi aiuti ad arrivare sul posto devono trovare nelle etichette che, obbligatoriamente per legge, devono essere esposte sulle vetture, una guida chiara ed immediata sui comportamenti e sulle precauzioni da prendere.

Le categorie elettrica ed ibrida di veicoli hanno infatti a che fare con componentistiche ad alto voltaggio, il che rende, anche in virtù della scarsa esperienza fin’ora necessariamente accumulata, indispensabile una prassi prestabilita nel maneggiarle per chi deve intervenire in caso di incidente.

Lo standard per le etichette che dovranno essere apposte sulle fiancate e sul posteriore delle automobili elettriche ed ibride è stato rilasciato dall’ apposito SAE International’s Hybrid Technical Committee sotto il nome “J2990 – Hybrid and EV First and Second Responder Recommended Practice”.

Rapidamente, esso consiste ne:

1. La chiara ed esaustiva indicazione tramite etichette esterne ed interne al veicolo della presenza di elementi ad alto voltaggio e del loro posizionamento.

 

2. Una procedura rapida di intervento: localizzazione, neutralizzazione e messa in sicurezza dei suddetti componenti per assicurare le minori condizioni di rischio possibili per soccorritori ed occupanti del mezzo.

 

3. Il suggerimento ad adottare uno standard condiviso dall’industria automobilistica nelle procedure di spegnimento ed isolamento delle parti pericolose, da svilupparsi in almeno due pratiche alternative per gli uomini del primo soccorso.

 

4. La compilazione di linee guida comportamentali per la sicurezza di chi interviene in seconda battuta nelle operazioni di ispezione, rimozione e manovra dei veicoli incidentati.

 

Contemporaneamente, il NAFTC (National Alternative Fuels Training Consortium) della West Virginia ha ricevuto un finanziamento di circa un milione di dollari dalla FEMA, la Federal Emergency Management Agency incorporata nell’US Department of Homeland Security, per lo sviluppo di un programma educativo da portare in tutte le scuole di formazione per i vigili del fuoco della nazione americana.

 

Come a dire che la mobilità elettrica, da qualche parte nel mondo, viene presa sul serio.

 

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