Evergreen a prova di scossa

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SimonPalfrader©Red

La trazione elettrica avanza e conquista miti senza tempo come la Vespa e l’Harley Davidson che hanno scelto la vetrina milanese di EICMA 2018 per il debutto delle loro proposte a zero emissioni.

Vespa e Harley…elettriche!

Pensare che aziende fortemente identificate con la storia della motorizzazione a combustione interna, a due e quattro tempi, si potessero convertire alla propulsione elettrica, fino a pochi anni fa sembrava un’eresia.

La cosiddetta mobilità a zero emissioni, infatti, con le sue caratteristiche di rispetto dell’ambiente, pulizia e silenziosità, si pone, agli occhi di molti, in antitesi con la tradizionale immagine del mondo dei motori, legata al rumore ed ai fumi emessi dai tubi delle marmitte.

Negli ultimi anni però, la transizione all’elettrico ha fatto molti proseliti sia in ambito di costruttori di componenti, Bosch fra tutti, sia di veicoli completi come ad esempio BMW.

Vespa, figlia dei tempi

Non tutti sanno che Piaggio, sin dagli anni 70 aveva guardato alla motorizzazione elettrica come ad una possibile opzione a quella endotermica e ne realizzò un’applicazione per i propri veicoli da trasporto leggero come l’Ape.

Pesi e ingombri erano però ostacoli che ne limitarono lo sviluppo impedendone la diffusione e l’estensione ad altre tipologie di prodotto. Sensibilità ecologica e capacità d’innovazione sono comunque sempre rimasti nel DNA dell’azienda ed hanno rappresentato gli strumenti indispensabili per restare in sintonia con il mercato, cogliendone le opportunità di sviluppo.

La Vespa ne è stato l’esempio più eclatante, dimostrando come si possano superare differenti cicli di vita, cogliendo di volta in volta le esigenze di clientele mutevoli e differenziate ed interpretando al meglio lo spirito dei tempi.

Da simbolo della ricostruzione italiana nel dopoguerra e interprete delle nuove esigenze di mobilità della popolazione, a icona dell’emancipazione e delle libertà giovanili, Vespa, pur mantenendo inalterata la propria identità, ha infatti saputo, di volta in volta, cogliere le istanze di aggiornamento provenienti dal mercato.

L’ultima tappa, in ordine di tempo, di questo percorso è la nascita di Vespa Elettrica presentata a EICMA 2018 in contemporanea con l’inizio della sua commercializzazione, per ora prevista solo on line al prezzo di 6339 euro.

Cuore elettrico made in Piaggio

Seguendo la consolidata tradizione che da sempre vede Piaggio progettare e realizzare internamente i propri motori, anche nel caso dell’elettrico l’intero sviluppo è stato affidato ai tecnici della casa di Pontedera che, come detto, non erano comunque nuovi all’impresa.

La Vespa Elettrica dispone così di un brushless che eroga 3,5 kW di potenza, con una punta massima di 4 kW, ma in grado di esprimere una coppia da 200 Nm che consente non solo una risposta pronta e una grande fluidità di marcia, ma soprattutto ottimo spunto ed accelerazione anche a pieno carico.

Due le modalità di guida previste: Power che raggiunge i 45 km/h (il mezzo, nel rispetto della vigente normativa è omologato come un ciclomotore da 50 cc) e Eco che a fronte di una maggiore autonomia penalizza la velocità a 30 km/h, comunque più che sufficiente a muoversi con disinvoltura nel traffico cittadino.

Presente anche la modalità Reverse, una possibilità di marcia indietro utile, ma non indispensabile, nei parcheggi anche in considerazione del peso della Vespa Elettrica di circa 130 kg, 25 in più rispetto alla tradizionale.

Autonomia da utilitaria

A proposito di autonomia, quella dichiarata è di 100 km, ovviamente in modalità Eco, assicurata da un pacco batteria al litio da 86 Ah e 4,2 kWh, celle LG Chem, integrato nel sottosella dove comunque rimane lo spazio per un casco jet. La ricarica completa richiede circa 4 ore e la batteria non è estraibile dal veicolo, piccolo neo del progetto. Batterie senza manutenzione e, secondo Piaggio, con una durata di 1000 cicli di ricarica, equivalenti a oltre 50.000 chilometri di percorrenza.

Da considerare che Vespa Elettrica dispone anche del sistema KERS (Kinetic Energy Recovery System) per il recupero dell’energia cinetica in decelerazione ed in frenata con conseguente estensione dell’autonomia.

A breve comunque dovrebbe essere introdotta una nuova versione del veicolo dotata di range extender che prevede la presenza a bordo di un piccolo motore endotermico finalizzato a ricaricare la batteria in modo automatico aumentandone l’autonomia sino a 200 km.

Tutti i dati utili quali autonomia, ricarica e modalità di guida sono leggibili nella strumentazione che può essere connessa allo smartphone attraverso il sistema multimediale proprietario Piaggio Vespa Multimedia Platform per gestione in totale sicurezza di chiamate e messaggi.

Ma Vespa ha sempre fondato il suo successo non tanto sulle caratteristiche tecniche ma piuttosto sull’inconfondibile stile di vita che ha saputo suggerire a generazioni di utilizzatori con cui ha continuato a mantenersi in completa sintonia, cosa che promette di continuare a fare.

Coast to coast a batteria

Dall’altra sponda dell’Oceano risponde il mito per antonomasia del motociclismo a stelle e strisce, anche qui non solo motore e tecnologia ma piuttosto uno stile di vita esportato in tutto il mondo in grado di alimentare un merchandising vasto quanto unico.

La conversione di Harley Davidson all’elettrico appare più forzata, e forse obbligata, da una crisi che, non da oggi, appanna la casa americana e impone la ricerca di vie più innovative e coraggiose.

A Eicma 2018 Harley ha così presentato la versione definitiva della Livewire, la prima moto elettrica della sua storia, già omologata per i mercati europei, la cui vendita inizierà dal 2019, dando vita ad una vera e propria gamma di veicoli a zero emissioni che sarà definita nei prossimi anni.

L’obiettivo dichiarato è quello di diventare leader nel segmento delle moto elettriche, previsto in crescita dagli analizzatori di settore, puntando soprattutto sul fascino che la casa di Milwaukee esercita sul pubblico dei suoi cultori.

Non sono ancora noti i dati relativi al nuovo propulsore che è posizionato nella parte più bassa della moto con il risultato di abbassare il baricentro e migliorare la maneggevolezza. L’ipotesi più accreditata indica una potenza equivalente a 85-90 CV ed una autonomia di 100 km. I corrispondenti valori di coppia che, come prassi sui mezzi elettrici, forniscono una spinta istantanea dovrebbero consentire esperienze ad alte prestazioni.

Le modalità di guida disponibili saranno sette: quattro preimpostate e tre lasciate alla personalizzazione del pilota.

La strumentazione digitale prevede la possibilità di interfacciare lo smartphone ed integra le funzioni di connettività Bluetooth, navigazione e audio.

Problemi di sound

Una delle caratteristiche distintive di una Harley è sempre stato il “rombo” del suo bicilindrico a V, addirittura meritevole di un brevetto a difesa della sua originalità ed unicità.

L’elettrico, si sa, oltre ad eliminare l’inquinamento da emissioni nocive, porta in dote la soppressione di quel rumore che, al superamento di determinati livelli di decibel, risulta non meno nocivo per la salute umana.

Ora però azzerare la voce di quegli scarichi cromati che negli anni hanno alimentato la legenda dell’Harley, appare impresa non da poco al punto da convincere i progettisti del marchio a simulare, sulla scorta di quello che già accade per le auto elettriche, un suono artificiale che sale di tono e di intensità con la velocità.

Un artifizio che è già allo studio dei principali produttori di auto elettriche alle prese con un altro non marginale problema derivante dalla sicurezza delle persone che, in assenza di rumore, potrebbero non percepire l’arrivo di un mezzo.

Una soluzione comunque, quella individuata da Harley, che presenta rischi di accettazione da parte dei “puristi” ma che potrebbe contribuire a catturare una nuova clientela più attenta ai valori di difesa ambientale senza rinunciare al fascino del marchio.