Ford e l’Università del Michigan aprono un laboratorio per sviluppare le batterie del futuro

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Da sinistra: U-M Energy Institute Director Mark Barteau, Regent Katherine White, President Mary Sue Coleman, Vice President for Research Stephen Forrest, Ed Krause, global manager of external alliances at Ford Motor Co, inaugurano la riapertura del Phoenix Memorial Laboratory on Monday. (Photo by Jospeh Xu, College of Engineering) Image via U-M
Da sinistra: U-M Energy Institute Director Mark Barteau, Regent Katherine White, President Mary Sue Coleman, Vice President for Research Stephen Forrest, Ed Krause, global manager of external alliances at Ford Motor Co, inaugurano la riapertura del Phoenix Memorial Laboratory on Monday. (Photo by Jospeh Xu, College of Engineering) Image via U-M

Un laboratorio dove sviluppare e testare nuove batterie per veicoli elettrici aperto a ricercatori indipendenti, case automobilistiche e fornitori di batterie. Il progetto è dell’Università del Michigan che, con un investimento di 8 milioni di dollari, intende aprire i battenti della nuova struttura entro l’autunno del 2014.

Proprio tra i finanziatori del progetto si legge anche il nome, oltre a quello del Michigan Economic Development Corp. e del dipartimento di ingegneria dell’università stessa, di Ford Motor Co., il colosso americano dell’auto.

Quella di Ford è una scelta particolare: invece di investire in un potenziamento dei propri laboratori per sviluppare batterie in proprio, preferisce finanziare la costruzione di un centro test che sia aperto a chiunque paghi per servirsene.

Al contrario di quanto avviene attualmente nell’industria dell’auto, dove le Case provano i pacchi batterie nei propri impianti solo dopo aver ricevuto dei prototipi completamente sviluppati dai fornitori, il laboratorio dell’Università del Michigan consentirà di valutare le capacità del prodotto prima di portarlo allo standard di produzione.

Sarà pertanto messo a disposizione non soltanto di Ford e diversi produttori e fornitori di batterie si sono già dichiarati interessati.

Il laboratorio, che farà parte delle strutture universitarie, sarà così aperto alla sperimentazione di innumerevoli nuove soluzioni chimiche per l’accumulo dell’energia, permettendo a Ford, che sarà di casa, di prototipare e testare nuovi prodotti senza investire in proprio.

Il marchio americano ha anche delle sue strutture per i test sui pacchi batterie che le vengono forniti da LG per i suoi modelli elettrificati (le C-MAX Energi plug-in, le Fusion Energi Plug-in e le Focus Electric) ma da sola non potrebbe comunque arrivare a determinati livelli di ricerca se non a fronte di investimenti ben più importanti.

La struttura che nascerà all’interno dell’U-M Energy Institute sarà una buona occasione per sviluppare progetti in partenariato con terzi e, in ogni caso, la proprietà intellettuale dei lavori svolti all’interno, siano essi di un singolo come di una corporazione, sarà protetta.

L’Università del Michigan, da par suo, sfrutta bene i finanziamenti privati per inserirsi in un filone di ricerca dato come redditizio nei prossimi anni proprio per via dell’attesa crescita del mercato dei veicoli elettrici: agli esperti d’oltreoceano non è sfuggito che il vice presidente del settore ricerche dell’Università sieda poi anche nel consiglio direttivo di Ford.

Interessi a parte, il centro avrà il determinante compito di vagliare centinaia e centinaia di nuove composizioni per le celle delle batterie agli ioni di litio, preparando alla produzione in serie le soluzioni migliori: uno dei test eseguibili simulerà il deterioramento dovuto a 241,400 km di esercizio.

Tutt’altra politica è stata invece intrapresa dal gruppo General Motors, il quale, per potenziare lo sviluppo delle proprie batterie, ha investito 20 milioni di dollari nell’espansione del suo Global Battery Systems Laboratory sito a Warren, rendendosi il più possibile autosufficiente.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Detroit News, University of Michigan