General Motors ha recentemente rinnovato il contratto di ricerca con la Carnegie Mellon University di Pittsburg per proseguire lo sviluppo di un sistema di guida autonoma per auto di serie.
La collaborazione fra l’università e GM prosegue dopo i risultati ottenuti nei primi 5 anni, che hanno visto portare su strada Boss, una Chevrolet Tahoe in grado di guidarsi da sola e così nominata in onore del fondatore del comparto ricerca e sviluppo di General Motors Charles F. “Boss” Kettering.
La tecnologia installata su Boss le ha già consentito nel 2007 di vincere la Urban Challenge indetta dalla DARPA (la Defense Advanced Research Projects Agency) percorrendo 100 km districandosi nel traffico, negli incroci e rispettando la segnaletica in maniera del tutto autonoma ed in meno di 6 ore.
Così è nato il GM-CMU Autonomous Driving Collaborative Research Lab (2008) allo scopo di affinare la tecnologia della guida autonoma e l’integrazione nei veicoli dei sensori e dei sistemi di controllo, facendone già parte dei futuri sistemi di sicurezza di General Motors.
Negli ultimi due anni la vettura utilizzata per i test è stata un crossover Cadillac SRX, della quale i ricercatori si sono serviti nel centro prove allestito in una ex stazione ferroviaria ribattezzata Robot City Roundhouse. Nell’immediato, le ricerche sulla guida autonoma hanno portato alcuni degli ultimi modelli Cadillac ad offrire già nel Driver Assist Package il cruise control per la velocità e la frenata automatica, tecnologie basilari nei sistemi di autoguida.
La guida automatica previene il rischio di incidente, rendendo le auto capaci di schivare ostacoli ed interagire con l’ambiente esterno: è ormai la strada eletta da tutti i grandi produttori automobilistici e, malgrado la lontananza dalle nostre abitudini, è una prospettiva che potrebbe essere auspicata anche da molte persone.
Infatti a latere dell’importantissimo discorso della sicurezza si stanno ponendo altre due osservazioni sulla guida autonoma, ossia il recupero di tempo da parte degli individui, non più costretti a guidare, e la possibile diminuzione delle polizze assicurative in virtù di una sicurezza quasi matematica di evitare le collisioni.
Fatto sta che la possibilità di avere un’auto in grado di guidarsi da sola non è più remota, specie dopo la volata tirata da Nissan e Volvo per portare l’autoguida negli showroom entro il 2020.
Andrea Lombardo
Fonte: General Motors