Un concept “volutamente non futuristico”, così Italdesign (leggi: Giugiaro) ha definito la Clipper MPV, concept car a propulsione esclusivamente elettrica basata sulla piattaforma MQB di Volkswagen.
Due motori elettrici da 148 cavalli di potenza l’uno, uno per l’asse anteriore ed uno per quello posteriore, fanno della Clipper MPV una vettura a trazione integrale potente ed efficiente senza un grammo di indesiderata CO2: si può arrivare a 204 km/h e viaggiare per ben 539 km, tanta è l’autonomia del pacco batterie.
Portiere anteriori con apertura a farfalla e posteriori ad ala di gabbiano: queste le uniche “stranezze” che Italdesign si è concessa nel disegno della Clipper elettrica; per il resto, tante le ispirazioni che si possono cogliere, dal frontale decisamente “Volkswagen” all’accessibilità dell’abitacolo che richiama lo stesso concept applicato sul Tesla Model X.
Proprio lo spazio interno è particolarmente ampio e gestibile: grazie all’assenza di componentistica di trasmissione meccanica propria dei powertrain elettrici, tre file da due sedili possono essere spostate ed abbattute a piacimento (900 i litri di carico ottenibili) mentre le portiere – i montanti laterali sono inclusi in quelle posteriori – permettono a tutte e 6 le persone di entrare contemporaneamente a bordo.
Anche la dashboard di controllo è mobile, tendenza che si rispecchia in diversi prototipi sino alla massima declinazione presentata da Rinspeed con la XchangE.
La Giugiaro Clipper MPV non vedrà però mai la luce, almeno non direttamente, trattandosi di un concept fine a sé stesso: tuttavia la firma italiana del design si è più volte occupata di veicoli elettrici in passato e le sue idee hanno poi trovato nomi e strade con cui presentarsi nella realtà commerciale.
Per quel che riguarda il Salone di Ginevra, le cui novità elettriche da parte dei Marchi principali abbiamo elencato in quest’altro articolo, l’esposizione lascia capire quanto lontano possano andare le auto elettriche: l’estetica non è più un problema, le autonomie sono competitive e la potenza non manca.
Se poi si affermassero tecnologie come quella delle flow battery, si potrebbe dire addio anche ai lunghi tempi di ricarica: a quel punto, tenersi i motori termici sarebbe ormai solo una questione affettiva.
Andrea Lombardo
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