Google ci aveva già mostrato un’auto in grado di guidarsi da sola ma sempre servendosi di veicoli di serie adattati a tale scopo: adesso la Google Car assume un aspetto del tutto suo, svelandosi in un prototipo completamente originale.
È stato Google stesso, in ogni Paese, a rendere noto che quest’estate inizieranno a circolare le prime cento auto autonome marchiate dal colosso della Silicon Valley.
Sensori in grado di rilevare oggetti in ogni direzione e materiali plastici caratterizzeranno le primigenie Google Car, inizialmente ancora dotate di controlli manuali e che nei mesi estivi saranno sottoposte a test nel mondo reale.
Nessuno angolo cieco di visuale costituirà più un problema e la capacità di rilevare eventuali ostacoli va ben oltre la normale vista umana, contando su di una profondità di scansione pari a due campi da calcio messi in fila (200m circa).
Google, che secondo le indiscrezioni riportate da Jalopnik Detroit, si avvarrebbe della collaboraione delle Roush Enterprises del Michigan per la realizzazione del veicolo, conta di ambire ad intraprendere un progetto pilota in California nell’arco dei prossimi due anni.
Limitata a 40-45 km/h di velocità massima, la Google Car è concepite come vettura da città: niente veicoli ultra futuristici per
viaggi interstellari, insomma, ma un ben più realistico mezzo progettato per migliorare la qualità di vita nei centri urbani.
Soprattutto, ciò su cui Google punta è la sicurezza. A differenza di altri progetti avveniristici portati ai saloni internazionali dell’automobile di mezzo mondo (ricordiamo Rinspeed come Zoox, per non parlare di Nissan, Volvo o Renault), la società californiana vede l’innovazione della guida autonoma in una chiave del tutto umana.
Le tecnologie di bordo, dal software all’hardware, sono concepite appositamente per lo scopo e garantiscono alla due posti a propulsione elettrica (un dato che passa quasi in secondo piano) la capacità di portare i propri occupanti dal punto A al punto B senza alcun intervento da parte loro.
Il progetto firmato da Google include anche una summa di tutte le tecnologie per la salvaguardia dei pedoni, sia per quanto riguarda la minimizzazione dei danni conseguenti un eventuale impatto (l’anteriore della Google Car è composto da una schiuma atta ad assorbire gli urti in collaborazione con un parabrezza deformabile) sia per quel che concerne il loro rilevamento a priori, che da qualche tempo molte Case automobilistiche stanno a loro volta mostrando.
Per evitare che i sistemi di bordo possano risentire di avarie prevedibili, ogni elemento di controllo della vettura, compresi quelli meccanici come lo sterzo, sono ridondanti, ossia doppiati.
A sostegno delle proprie idee, Google porta poi alla ribalta alcuni dati salienti sulla sicurezza stradale, nel 93% dei casi inficiata da errori riconducibili esclusivamente all’uomo.
Così, la Google Car si prepone di aiutare a ridurre il terrificante ritmo di 3400 morti quotidiane nel mondo per incidenti stradali, 33000 annue nei soli Stati Uniti, ma anche di ridare libertà di movimento a quanti, causa problemi di salute o l’età, non possono guidare.
Propositi non da poco ma del tutto adeguati al livello di innovazione che un nome come Google può pensare di portare avanti.
Andrea Lombardo
Fonte: Google, Jalopnik Detroit
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