Nella sua campagna di test pro auto ad idrogeno, Toyota ha comunicato il raggiungimento dei 100,000 km da parte di una delle prime berline Mirai Fuel Cell in circolazione oggi.

Il messaggio dei Giapponesi è chiaro: la tecnologia degli FCV, aka Fuel Cell Vehicles, è matura e competitiva.

Nei dintorni della città tedesca di Amburgo, infatti, una società locale ha condotto per conto di Toyota un test di affidabilità durato ben 107 giorni, da Settembre 2015 a Febbraio 2016, durante il quale la Mirai FCVè stata guidata per 16 ore al giorno, 6 giorni su 7, da differenti conducenti e su percorsi misti.

Da contratto, infatti, la Mirai è stata impiegata in percentuali indicate dalla Casa madre su strade urbane, di campagna ed autostrade sino al raggiungimento dei 100mila km.

I numeri del test riportano un consumo di un treno di gomme, oltre 1,000 kg di idrogeno e circa 400 rifornimenti, grosso modo uno ogni 250 km; a tal proposito, Toyota sbandiera orgogliosamente il fatto che con un pieno da 3 minuti la sua vettura, che è poi mossa da motori elettrici e, quindi, emette solo il vapore acqueo scarto della reazione dell’idrogeno, è immediatamente pronta per ripartire, a differenza delle tempistiche necessarie alle plug-in elettriche tradizionali.

A dimostrare l’affidabilità dell’auto anche le condizioni meteo svariate incontrate nei diversi mesi di utilizzo, le più estreme delle quali hanno registrato temperature invernali nell’ordine dei 20 gradi sotto zero.

Non è probabilmente casuale la concomitanza dell’annuncio con quello diffuso da Hyundai solo pochi giorni prima, protagonista una delle sue ix35 Fuel Cell che ha coperto oltre 600 km con un pieno di idrogeno e ben 9,810 km nell’arco di 6 giorni appena.

È chiaro che le Case automobilistiche di Sol Levante e dintorni, alle quali va aggiunta Honda, che stanno investendo sugli FCV, hanno deciso di incentrare la battaglia contro le concorrenti 100% elettriche su affidabilità, percorrenze e tempi di rifornimento.

Altre, seppur attive nel segmento delle celle a combustibile a idrogeno, come Daimler, hanno un approccio più possibilista, vedendo invece nel medio termine una maggior realisticità della soluzione all electric.

 

 

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