Danlian non è un nome che dice molto a noi europei ma per i Cinesi contraddistingue il terzo porto nazionale, nonché il primo per i traffici petroliferi: ebbene, nell’arco dei prossimi due anni Danlian si doterà di 1200 autobus elettrici e convertirà il 50% dei suoi taxi alle zero emissioni, dando così vita ad un rapporto quanto meno duale fra gli interessi legati alla mobilità pulita e quelli derivanti dai combustibili fossili.
Il progetto arriva infatti con l’annuncio dell’apertura di uno stabilimento produttivo della manifattura automobilistica cinese BYD, la più grande specializzata in veicoli elettrici, proprio nella vicinissima Danlian Huayuankou Economic Zone: l’importanza per BYD è enorme, dato che l’area economica speciale, creata per agevolare gli investimenti stranieri, ospita nomi quali Intel ed apre le porte ai mercati del nord della Cina.
I bus da 40 metri a trazione totalmente elettrica saranno forniti da BYD in due tranche da 600 unità l’una, una entro il 2014 ed una entro il 2015, in attesa di proporre anche il suo crossover e6 a zero emissioni per il rinnovo del parco taxi cittadino.
Per l’azienda automobilistica cinese l’accordo vuole dire uscire dai confini della natìa Shenzen e dintorni, cercando così una maggiore affermazione in patria approfittando dei nuovi pesanti incentivi varati dal governo centrale per favorire la scelta di auto elettriche o ibride invece che endotermiche.
La Cina continua infatti ad avere un rapporto conflittuale con l’auto elettrica, ponendosi all’estero come una delle principali esportatrici (BYD sta sistematicamente raccogliendo contratti con le autorità di trasporto pubblico sui tre continenti americano, asiatico ed europeo) ma riscontrando una radicata diffidenza all’interno, fatta eccezione per prodotti di altissima fascia e di importazione, come nel caso delle Tesla Model S.
Tuttavia l’industria occidentale ha identificato nella Cina il mercato del futuro per le auto non inquinanti – volenti o nolenti, i Cinesi pare debbano adeguarsi se non altro per lo smog asfissiante – e BYD intende irrobustirsi per reggere all’assalto straniero, in grado di esercitare sui suoi compatrioti un fascino, a quanto sembra, irresistibile.
Fuori dalla Cina, BYD sta notevolmente accrescendo la propria notorietà, fra iniziative che vanno a buon fine (come la fornitura di bus elettrici a Londra e New York) ed altre che meno fortunate (come la storia di GreenTomatoCars o i problemi avuti a Los Angeles).
Andrea Lombardo
Fonte: BYD